Esorcista Cercasi

Torino

Esorcista Cercasi

Pur essendo una verità della nostra fede, fondata sulla Sacra Scrittura, l’esistenza di Satana viene tristemente relegata da alcuni nel contesto dell’immaginario simbolico, ossia non riconosciuta ipso facto quale presenza vera, reale, personale ed avversaria rispetto all’economia della fede cattolica. Un protratto e manifesto silenzio di alcuni Vescovi rispetto a Satana, più che non una prudente e riflessiva forma di combattimento, risulta piuttosto una tacita attestazione di diniego.

Facciamo nostra in tal senso la preoccupazione di un esorcista siciliano, fra Benigno:

“Noi cristiani (preti, religiosi e fedeli laici) dinanzi a una cultura laica, che nega l’esistenza del diavolo e dei demoni, facendone una proiezione fantastica delle nostre paure o una identificazione con quella parte di male che è in ciascuno di noi, corriamo un rischio: quello di adeguarci ad una tale mentalità, per non apparire arretrati e privi di cultura” (Dal libro di Fra Benigno, Dalla filosofia all’esorcismo, Ed. Rinnovamento nello Spirito Santo, Roma 2006, p. 13).

Il Catechismo della Chiesa cattolica, in tal senso, offre un posizionamento ben definito rispetto all’esistenza di Satana:

“[…] Il Male non è un’astrazione; indica invece una persona: Satana, il maligno, l’angelo che si oppone a Dio. Il “diavolo” (diá-bolos) è colui che “si getta di traverso” al disegno di Dio e alla sua “opera di salvezza compiuta in Cristo”. “Omicida fin dal principio […], menzognero e padre di menzogna” (Gv 8,44), “Satana, che seduce tutta la terra” (Ap 12,9), è a causa sua che il peccato e la morte sono entrati nel mondo, ed è in virtù della sua sconfitta definitiva che tutta la creazione sarà “liberata dalla corruzione del peccato e della morte”. “Sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca: chi è nato da Dio preserva se stesso e il maligno non lo tocca. Noi sappiamo che siamo nati da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1Gv 5,18-19): “Il Signore, che ha cancellato il vostro peccato e ha perdonato le vostre colpe, è in grado di proteggervi e di custodirvi contro le insidie del diavolo che è il vostro avversario, perché il nemico, che suole generare la colpa, non vi sorprenda. Ma chi si affida a Dio non teme il diavolo. Se infatti Dio è dalla nostra parte, chi sarà contro di noi?” (Rm 8,31) (Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2851-2852).

Fra Benigno

In un certo modo, affermiamo noi, negare l’esistenza di Satana significa negare l’azione redentrice di Cristo, la quale ha per oggetto fondamentale la liberazione dell’uomo dalla schiavitù del peccato e della morte.
Quale senso può avere, allora, un tale e reiterato indifferentismo di fronte all’imperversare satanico nella nostra società globale? Non si tratta forse di un atto irresponsabile?
Pensiamo alla nostra città di Torino. Nonostante il fiotto di santità sociale scaturito in particolar modo nel 19° secolo, il nostro capoluogo è ancora tristemente famoso, non soltanto nel nostro Paese, bensì su latitudine mondiale, per la diffusa ed inesausta proliferazione di fenomeni legati al mondo della Magia, del Satanismo, dello Spiritismo, del Settarismo e via dicendo. In questa prospettiva, lo diciamo con tristezza, Torino è ancora capitale.
Facendo uno studio legato al mondo giovanile, entrando nelle aule scolastiche soprattutto rispetto ad un’utenza compresa fra i 15 e i 19 anni, risulta sorprendente un duplice dato:

1. Molti giovani hanno già fatto esperienza di fenomeni “satanici”, spesso con ingenua curiosità o per un senso di “perversa” autostima sociale, con i drammatici effetti sulla persona che tutto ciò comporta.
2. Il loro interesse intellettuale è ben più proteso verso un “sapere” legato al mondo del Satanismo piuttosto che non propriamente rispetto a quello della dottrina cristiana, da loro molte volte ritenuta obsoleta e noiosa.

Quale risposta concreta, forte, oseremmo dire “imperante” in nome di un’autorità stabilita, viene offerta a questi giovani, che costituiscono il cuore nevralgico del gregge contemporaneo?
In che modo viene assecondata la loro sete di conoscenza, affinché venga in qualche modo purificata da elementi “impuri” e rigenerata con forza verso il suo pieno sviluppo?
Occorrerebbe a nostro avviso una forte presa di posizione, un coraggioso e deciso posizionamento episcopale rispetto a tutto ciò che riguarda il Male, il mondo del Satanismo, il proliferare di riviste, giochi, abbigliamento, feste, locali, programmazioni televisive, internet e via dicendo.
Satana non è un ente impersonale, bensì un soggetto personale. Ha una propria storia, un proprio intelletto, una propria volontà, segnatamente ed indelebilmente avversa al piano salvifico di Dio, che è amore e salvezza.

Torino  - 2

Alcuni personaggi non riescono a far altro che delegare tutto all’ambito della conoscenza psicologica, alimentando così ancor di più l’orgoglio dell’Avversario e dimenticando il potere che i Vescovi, quali successori degli Apostoli, ex opere operato, hanno rispetto a Satana. Se i primi a considerare Satana quale frutto di un’elaborazione psicologica sono proprio alcuni dei quali, per imposizione divina, è concesso il potere di cacciarlo via dalle anime, quale speranza di liberazione viene concessa al popolo dei fedeli, in particolar modo ai giovani?
La domanda circa l’assenza di un lavoro, drammaticamente esperibile in molti giovani, non viene mai volta a contenuti trascendenti, nel senso che non si analizza mai l’esistenza del singolo giovane in una relazione di significato con il Dio Creatore, bensì essa viene sempre relegata al mondo del politico, del sociale e in ultima istanza dell’interesse economico-istituzionale. Parlare dei giovani è conveniente da certi pulpiti, ben più difficile è amarli come se stessi.

Salma - Don Bosco

Dove finisce l’amore e l’interesse per i giovani così propagandisticamente diffuso? Amare i giovani significa dare la vita per loro! E dare la vita per loro vuol dire lottare con tutti i mezzi possibili contro l’anti-Vita, l’anti-Gioia, l’anti-Amore, contro Colui che è capace, per una diversità di natura, di relegare l’uomo ad una condizione di disperazione, di tristezza, di peccato e di morte. Molto spesso alla base dell’assenza di un lavoro, drammatica esperienza per molte famiglie, esiste proprio una infiltrazione demoniaca correlata ad un certo stile di vita, ad un certo approccio al prossimo, ad una particolare omissione rispetto al comandamento dell’amore. Così per molte altre istanze comuni alla nostra società.

Leggiamo ancora un attimo un commento dell’esorcista Fra Benigno:

“L’azione del diavolo e dei demoni non si esaurisce soltanto nella tentazione. Esiste anche una loro attività straordinaria, con la quale tormentano l’uomo. Questa loro attività si concretizza nell’infestazione, nella vessazione e nella possessione:
Nell’infestazione, con la quale diavolo e demoni tormentano l’uomo nelle sue cose: per esempio con rumori in casa, con suoni; con rovesciamento di mobili e di sedie; con piatti, bottiglie e bicchieri che si frantumano dentro la credenza, senza che alcuno li abbia toccati […]. L’attività straordinaria del diavolo e dei demoni si concretizza anche nella vessazione, con la quale essi tormentano l’uomo, sia a livello interiore, che a livello esteriore, ossia a livello dei sensi interni e a livello della corporeità umana. La persona che viene vessata si sente, per esempio, molestata da fantasie noiose, costanti, importune e possessive fino alla pazzia, che pazzia però non è: da idee che la tormentano in continuazione; da un incessante parlare interiore di un’altra persona, che tiene il suo cervello occupato da ininterrotti discorsi di ogni genere; da fremiti e angosce di disperazione e di ira, assolutamente estranee da quello che è il suo regolare sistema nervoso […]. L’attività straordinaria del diavolo e dei demoni si concretizza, infine, nella possessione, con la quale essi, sospendendo l’esercizio delle facoltà dell’uomo, ne prendono possesso, operando attraverso il suo corpo. In questo caso, l’uomo posseduto entra in trance nel momento in cui emerge un’altra personalità, quella, appunto, del diavolo o di qualcuno dei demoni. Può, successivamente, riprendere l’esercizio delle sue facoltà, uscendo così dalla trance, senza però ricordare nulla di quanto è accaduto, quando il diavolo o i demoni sospendono questa loro attività di possessione” (Dal libro di Fra Benigno, Dalla filosofia all’esorcismo, op. cit., pp. 22-24). Preghiera di Guarigione Corporale

La responsabilità della nomina degli Esorcisti è allora grandissima davanti a Dio. Così come quella degli stessi Esorcisti nominati dal Vescovo rispetto ai fedeli che a loro si rivolgono. Non è un mistero il fatto che molte persone, che spesso si sentono vittime di Satana, debbano compiere gesta eroiche per raggiungere un Esorcista, spesso rimanendo profondamente deluse ed emarginate nel proprio dolore personale.
Il nostro referente non è Freud, bensì Gesù Cristo.
Cerchiamo allora di stimolare un giusto equilibrio fra difficoltà psicologica e problematica diabolica, lasciando a ciascuno l’ordine delle proprie competenze. I Vescovi sono chiamati ad una maggiore attenzione verso la figura dell’Esorcista, istituita da Cristo per difendere i fedeli dall’insidia del Nemico. A Cristo stesso, non a noi, si dovrà rispondere perciò di ogni anima, dalla più piccola alla più grande, costretta ad affrontare in solitudine la lotta contro Satana.

Torino - Gran Madre

Quanto alla nostra città di Torino, possiamo soltanto pregare che diventi paradossalmente, e usiamo questo termine in riferimento a quanto detto sopra, una vera roccaforte contro Satana: sacramenti, preghiera comunitaria, studio, vita cristiana, opere di carità. Sono questi i mezzi per sconfiggere Satana. Non il propagandismo sociale, non gli oratori con campi di calcio all’avanguardia, dove tutto si fa tranne che pregare, non la pubblicità mediatica di persone in prima pagina che sponsorizzano le loro opere di carità per fini d’immagine personale.
Chiunque conosce un minimo la santità storica torinese, quella definita “sociale”, conosce pure le grandi lotte contro Satana che i grandi santi hanno dovuto sostenere. E parliamo di Satana, non di un ente impersonale: pensiamo a Don Bosco, per citare il più famoso; pensiamo a Leonardo Murialdo; pensiamo a Faa di Bruno o al Cottolengo. Satana detesta l’umiltà, la povertà, l’amore. Verrebbe da dire che alcuni di coloro che così superficialmente ne negano l’esistenza, evidentemente lo fanno proprio perché non conoscono né l’umiltà, né la povertà e, inevitabilmente, neppure l’amore. Ossia sono sue vittime inconsapevoli.

Fonte: Francesco Gastone Silletta – La Casa di Miriam Torino

 

Prossimo Incontro di Preghiera – Gruppo La Casa di Miriam Torino

Chiesa di San Dalmazzo Torino

Domenica 12 maggio 2013, ore 17,30 (Segue S. Messa, ore 18,30)

Presso la Chiesa di San Dalmazzo – Via Garibaldi, 24 (Ang. Via delle Orfane) – Torino


 

Pubblicato da lacasadimiriam

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