Non siamo figli del Caos

Non siamo figli del Caos

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Dal libro del Prof. A. Zichichi, “Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo”,

Ed. Il Saggiatore, Milano 1999, pp. 164-166

 

“A questo traguardo, nell’Immanente, non siamo arrivati con l’esercizio della Ragione e basta. Ne abbiamo già discusso, ma è bene mettere in evidenza che le radici di questa straordinaria certezza di non essere noi figli del Caos sono là, dove nessuno si sarebbe mai aspettato che potesse esserci una tale formidabile verità.

Studiando con rigore le pietre, Galilei scopre infatti le prime impronte del Creatore, arrivando così all’unificazione dei moti rettilinei e dei movimenti circolari. Questi due moti, fino ad allora, e per millenni, considerati totalmente diversi (i rettilinei validi nel nostro mondo materiale, i circolari privilegio invece dei corpi celesti), nessuno era riuscito a dimostrare che in verità fossero due esempi diversi della stessa realtà: il moto dei corpi materiali. La scoperta delle prime Leggi Fondamentali della Natura nasce da un atto di Fede in Colui che ha fatto il mondo. Atto di Fede che non è in antitesi con la Ragione in quanto, se c’è un’entità a noi superiore che ha fatto il mondo, questa entità ha dovuto seguire un progetto rigoroso. Ecco perché – ed è sempre Galilei che parla – le Leggi Fondamentali devono essere scritte in linguaggio matematico, esprimibili quindi attraverso formule. Perché? Risposta: la forma più rigorosa della logica nell’Immanente è la Matematica. Nessun uomo al mondo, prima di Galilei, aveva avuto l’idea di pensare che la Natura potesse essere descritta attraverso una serie di formule matematiche. Formule che – ripeto – sono il linguaggio rigoroso della Scienza.

Prof. Zichichi

In questo quadro che posto ha la Bibbia? Galilei, lo ricordiamo, risponde: la Bibbia è il Libro scritto dal Creatore del mondo per essere capita da tutti e parla di valori, sentimenti, emozioni, miracoli. Il mondo invece è costruito partendo da un progetto rigoroso quindi da leggi fondamentali. E dov’è il libro delle Leggi Fondamentali? Risposta: davanti ai nostri occhi, dappertutto. La realtà che ci circonda è lì e aspetta di essere decifrata. Quando io mi cimento in un esperimento di stampo galileiano (rigoroso e riproducibile) cosa faccio in realtà? Pongo una domanda al Creatore di tutte le cose visibili ed invisibili. Nessuno scienziato al mondo saprebbe rispondere a questa mia domanda: ecco perché è necessario rivolgerla a Colui che ha fatto il mondo. Se la Scienza – come molti, non avendone mai fatta, dicono – fosse conquista di rigore logico e basta, io non avrei bisogno di fare un esperimento per sapere se esiste il Supermondo. Né avrei avuto bisogno di fare un esperimento per sapere se esiste o no l’Antimateria nucleare. Né avrei avuto bisogno di fare alcun esperimento per stabilire che il mattone ultimo di cui noi siamo fatti – il nucleone – non si rompe anche se martellato usando le più alte energie a noi accessibili nei più potenti acceleratori. Energie che sono centinaia di migliaia di volte più potenti di quelle in gioco nelle Stelle e nelle tremende bombe – H.

Il nucleone non si rompe, come abbiamo già avuto modo di vedere. Con questa proprietà il nucleone sfida tutto ciò che l’uomo aveva saputo immaginare da Democrito fino al 1070, anno in cui i risultati sperimentali da me ottenuti (con un gruppo di miei collaboratori al CERN di Ginevra) hanno stabilito la totale robustezza del nucleone. Io sono fatto con trentacinque miliardi di miliardi di miliardi di nucleoni. Questi risultati sembrano a prima vista dare ragione a Democrito: rompendo un pezzo qualsiasi di materia e continuando a romperla in pezzettini sempre più piccoli, si arriverà a una cosa elementare che nessuno più riuscirà a rompere. A questa cosa elementare Democrito dette il nome di atomo (dal greco: cosa che non si rompe). I nostri bisnonni erano illusi di averli scoperti: e sono gli atomi della Tavola di Mendeleev. Rutherford però, nel primo decennio di questo secolo, interrogando il Creatore del mondo, scoprì che gli atomi indivisibili non sono. Ancora oggi si chiamano con lo stesso none (atomo) gli elementi (chimici) della famosa Tavola di Mendeleev. In effetti questi elementi – qualunque sia la loro complessità (il nucleo dell’atomo più semplice è fatto con un solo nucleone ed è l’Idrogeno, il Carbonio ne ha 12, l’Ossigeno 16, l’Uranio 238 e così via) – sono tutti fatti a partire dalle stesse trottoline: protoni e neutroni nel nucleo, elettroni fuori per fare la nuvola atomica. Il nucleone non si rompe, quindi, secondo Democrito dovrebbe essere l’ultimo pezzettino elementare di materia. Elementare vuol dire una cosa fatta nient’altro che di se stessa. Invece, interrogando il Creatore, l’uomo ha scoperto che il nucleone è fatto con tre quark e tanti gluoni. È lungi dall’essere una particella elementare. Eppure non si rompe.

Stelle

Ecco la grande novità concettuale scoperta negli anni settanta e che sfida tremila anni di pensiero, da Democrito ai nostri giorni.

Dicevamo che la Scienza non è solo rigore matematico. Se lo fosse io non avrei bisogno di fare alcun esperimento. E così tutti i miei colleghi nei diversi laboratori. Abbiamo bisogno di fare esperimenti, il che vuol dire porre domande al Creatore di tutte le cose visibili e invisibili. Perché? Risposta: ci sono tante strade rigorosamente logiche dove il punto al quale siamo arrivati potrebbe portarci. Tra tutte queste strade, tutte rigorosamente logiche, il Creatore ne ha seguita una. Non ne conosciamo il motivo. Ma siamo sicuri che quella strada seguita dal Creatore è rigorosamente logica e ci conduce ad altre tappe nel processo di decifrazione della Logica del creato.

Logica che è scritta, non nella Bibbia, ma nel Libro della Natura, aperto quattrocento anni fa da Galileo Galilei.

L’apertura di questo libro ha dato all’uomo grandi certezze: le Leggi Fondamentali della Natura. E una straordinaria dignità intellettuale: siamo l’unica forma di materia vivente cui è dato il privilegio di sapere leggere il Libro del Creatore. Quel libro rimasto chiuso per diecimila anni e aperto da un credente, Galileo Galilei, appena quattrocento anni fa: come dire ieri l’altro.

Aperto questo libro cosa ha fatto l’uomo? Si è sempre più allontanato dalla parola del Signore: la Bibbia, come se essa fosse in contrasto con l’altro libro scritto dallo stesso Autore usando il linguaggio rigoroso della Logica Matematica. I due libri sono dello stesso Autore e hanno ruoli diversi: parola di Galileo Galilei. A un tale traguardo non era arrivata alcuna persona al mondo dall’alba della civiltà fino a Galileo Galilei”.

Fonte: La Casa di Miriam Torino

Pubblicato da lacasadimiriam

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