San Pacomio ed il cenobitismo

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San Pacomio ed il cenobitismo

L’esigenza di rendere possibile un’ascesi, che senza rinnegare il meglio del fenomeno tenesse conto anche delle esigenze di vita associata, stimolò la formazione del monachesimo cenobitico, il cui primo maestro fu Pacomio. Sotto il suo insegnamento i monaci si riunivano sotto l’autorità di un padre e di un maestro, l’abate, di cui accettavano le norme ascetiche, fissate in una regola, e praticavano la vita comune, che riguardava non soltanto la preghiera, ma anche il pranzo ed il lavoro. Il monastero si presentava così come la palestra ideale del monaco, il luogo dove egli poteva, sotto la guida del “padre” ed insieme con i “fratelli”, praticare le virtù cristiane, soprattutto quelle della povertà e dell’obbedienza[1].

Per quanto Pacomio sia ritenuto storicamente il fondatore del cenobitismo, va precisato che già prima di lui esistevano raggruppamenti di monaci. Tuttavia, il cenobitismo pacomiano si caratterizza per alcuni elementi innovativi e particolari, che lo costituiscono come “nuovo movimento” del monachesimo. Tali elementi consistono nella capacità dello stesso Pacomio di costituire una comunità autentica, ben organizzata, unita nell’osservanza di un’unica regola comune, con l’obbligo della pratica della povertà, della continenza e dell’obbedienza ad un superiore (va precisato, come fa ad esempio il Dattrino, che tali obblighi non erano tuttavia ancora vincolati con il voto rispettivo)[2].

La Regola pacomiana è la prima regola monastica strutturata organicamente, al punto di divenire un modello anche per coloro che, successivamente, hanno dato una direttiva regolare alle comunità religiose. Articolata in quattro sezioni (Praecepta atque iudicia; Praecepta et instituta; Praecepta et leges; Praecepta)[3], essa garantisce la sostanziale uguaglianza di tutti i monaci, uguali per cibo, abito, cella, lavoro manuale, ecc.[4]

L’uguaglianza, nel monastero pacomiano, veniva garantita dalla povertà dei singoli e dall’obbedienza all’abate.

 

 – La Casa di Miriam –

 

 

 

 

[1] Cfr. MANSELLI R., “Monachesimo”, in Grande Dizionario Enciclopedico, Utet, Torino 1989, p. 847.

[2] DATTRINO L., Il primo monachesimo, Ed. Studium, Roma 1984, p. 20.

[3] Ivi, p. 21.

[4] Cfr. TORRESANI A., Storia della Chiesa, Ares, Milano 1999, p. 115.

 

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