La negazione non si supera mai con un’altra negazione
Se nella vita l’amore ci è mancato – per qualsiasi motivo – non è attraverso la negazione di esso agli altri che superiamo quel vincolo con il passato. Non è “non” dando agli altri ciò che “non” è stato dato a noi che superiamo la crisi. Così in tutti gli ambiti della mente e del corpo, del lavoro e dell’esistenza. Ciò che “non” ci è stato dato, e che in qualche modo doveva esserci garantito, è semmai ciò che con maggior impegno oggi – che non siamo più quelli di un tempo – dobbiamo dare agli altri, come per compensare ciò che noi non abbiamo ricevuto. “Non” ci è stata insegnata la purezza o la continenza del corpo? Insegniamola noi con l’esempio agli altri. “Non” ci è stata data la conoscenza dell’umiltà? Doniamo umiltà visibile a tutti. “Non” ci è stato dato il buon esempio? Diamolo con l’obbedienza al Vangelo in ogni cosa. Tutto è donabile di ciò che “non” ci è stato donato. E donandolo, andiamo a colmare quella voragine interiore che ci è stata data dalla sua negazione in noi, quando cercavamo tutto ciò che ci è mancato. Gesù ci insegna a donare, non a evocare a noi stessi quelli che non ci hanno donato nulla, a odiarli e a vendicarci di loro, tenendo ora per noi quelle stesse cose che un tempo loro non ci hanno dato. La sapienza del Vangelo è quella del dono e del perdono, anche di se stessi. La negazione si vince sempre con l’affermazione, e l’affermazione di Gesù Cristo, che supera e reprime ogni assenza del dono, della testimonianza vitale, dell’amore. In tal senso non avremo mai un momento del giorno nel quale non avremo qualcosa da donare a qualcuno, e ogni negazione della nostra figliolanza divina – che viene dal diavolo – viene inesorabilmente umiliata nella sua piena affermazione: siamo figli di Dio, poiché amiamo e imitiamo il suo Figlio, Gesù Cristo. Amen
Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam
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