Memoria di Dio e comunicazione del suo Logos

Memoria di Dio e comunicazione del suo Logos ***

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In ogni anima è vivente un ricordo di Dio, una memoria di lui, anche quando quell’anima nella sua vita è totalmente distante da Dio o non se ne interessa affatto. I bambini testimoniano in modo speciale questa vicinanza mnemonica al loro creatore, essendo da essa ancora profondamente segnati. In molti modi Dio passa nell’anima con la memoria di sé, in modo da suscitare in essa un ripensamento esistenziale, una nuova luce che faccia volgere a sé il cammino sinora intrapreso o, se già si è sulla via di Dio, in modo che quell’anima abbia una comunione sempre più intensa con Dio già sulla terra. Il ricordo di Dio è una mozione interiore che muove l’anima ad un’improvvisa e folgorante reminiscenza di come il suo esistere dipenda da un atto d’amore a sé precedente, da un pensiero eterno che la forma in quanto tale e la destina ad un corpo sensibile per essere in esso custodita come un tesoro. Questa illuminazione si estende quanto più l’anima stessa si lascia invadere da questa memoria, che talvolta giunge improvvisa e del tutto inattesa. L’anima può infatti stabilire un vero discorso con Dio – che può anche non terminare mai – accogliendo con meraviglia e stupore il suo Logos, che le si manifesta e le si comunica. Può tuttavia ignorare questa scintilla mnemonica – va detto che “memoria” significa anche in senso futuro, cioè coscienza attuale del destino “al di là” di questo tempo storico, limitato e transitorio sulla terra – e fingere che essa non si sia data a conoscere, lasciando che prevalgano le forze materiali e che essa stessa sia dominata, anziché dominante, il corpo posto a suo sacramento vitale. Dio tuttavia parla all’anima, e parla ad essa secondo il suo potenziale e le sue facoltà, affinché le sia dato, singolarmente, di conoscere donde essa stessa provenga, quale sia il senso del suo essere creata, la direzione ultima della sua esistenza, e molti aspetti ancora. Dio non tergiversa, mediante la sua stessa Parola, nel farsi conoscere a qualunque anima, essendo ognuna una sua creatura. L’opposizione al Logos di Dio che comunica la sua rivelazione – mediante illuminazioni mnemonico-evocative di se stesso – non è quindi mai un ente “esterno” all’uomo, ma sempre a lui interiore: è nell’anima stessa che l’uomo avverte, accogliendola, oppure ignora, respingendola, la convocazione di Dio alla relazione esistenziale con il suo Verbo, nell’infinita comunicazione del suo amore. L’uomo, quindi, mai Dio, è nella sua anima il diretto responsabile dell’assenza di Dio in se stesso, come pure l’illuminato amministratore, qualora ne accolga sapientemente la ricchezza, della stessa sapienza di Dio che nella sua anima si manifesta, si immerge e si dona in termini relazionali.

Eleviamo dunque la nostra anima in alto, nel senso “teologico” di questo termine. La memoria di Dio è infatti un dono con il quale Dio stesso ci avverte della sua presenza e del suo amore per noi, trascendendo ogni limite di materia e ogni peso della carne, e offrendoci un’esistenza eterna – essendo immortale l’anima stessa – nel continuo e salvifico discorso del suo Logos. Amen

F.G. Silletta

*** Edizioni e Libreria Cattoliche La Casa di Miriam

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Pubblicato da lacasadimiriam

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