Avessero anche solo “l’idea” di Gesù Cristo, molti vivrebbero diversamente
L’idea di una qualsiasi realtà, porta con sé l’immagine di quella realtà. Il nucleo di senso di essa è impresso nell’idea. Anche se non si perviene ad una conoscenza più dettagliata, non avendo legame con la sostanza di quella realtà, vi è tuttavia l’immagine che ne fa intuire il valore, la natura, la funzione e via dicendo. Idea è già moltissimo, se riferita a Gesù Cristo. Non si conosce il Vangelo? Non si conosce nulla dell’umanità di Cristo? Non si sa nulla di Dio e della sua rivelazione? Se sussiste un’idea di Gesù Cristo, si è già in potenza “cristiani”, e dunque ci si affaccia in modo totalmente distinto alla vita della terra e si guarda con un orientamento nuovo l’esito finale di essa. Il problema attuale della storia è che in molta gente manca persino “l’idea” di Gesù Cristo. Affinché essa sorga nell’anima umana, occorre seguire l’obbedienza alla via naturale dell’esistenza che Dio ha impresso ad essa. Ci sono delle leggi di natura che non sono soprannaturali e che oggi vengono volentieri dimenticate. L’amore è la più fondamentale di queste. L’amore naturale, che segue la logica del dono, del volere che l’altro sia sostenuto nel suo cammino esistenziale, che non soffra e via dicendo. Tutto in un confine ancora naturale, cioè indipendente dall’insegnamento soprannaturale della rivelazione cristiana. L’idea di Cristo si può percepire – ed è una percezione salvifica – già in questo contesto puramente naturale di conoscenza e di conformazione ad essa. Ciò manca, tuttavia, in molte coscienze, avendo come conseguenza l’estraneazione anche soltanto “ideale” di Gesù Cristo dal proprio raggio esistenziale. Se da un lato non occorre essere dei teologi per essere dei buoni cristiani, dall’altro non occorre una conoscenza soprannaturale per conoscere le cose che Cristo stesso ha impresso alla natura e che, con uno sguardo puro e umile, possiamo intuire nel creato attorno a noi. Tuttavia quando uno non vuole sentir parlare di una cosa – tantomeno adeguarsi ad essa – anche soltanto l’idea di quella cosa lo infastidisce e la rigetta. Così è dell’idea di Cristo in molta gente. L’idea, non il Cristo stesso: ma se viene rigettato ciò che formalmente lo prefigura e lo rende intuibile alla coscienza umana (cioè l’idea), come potrà mai essere accettato il Cristo sostanziale, cioè l’ontologia di Cristo rivelatosi nella storia? L’esito è semplicemente quello di un rifiuto anche solo dell’idea, che complica di molto ciò che in sé non avrebbe difficoltà di rilievo: vivere nella pace e nella concordia, avendo come guida l’amore di Cristo al nostro cammino. No. Violando le ragioni dell’idea, si viola la possibilità della sua ombra di conoscenza nell’intelletto umano, in modo tale da rendere totalmente incomprensibile Cristo stesso e per questo, in ultima istanza, lo si getta via dalla propria vita. Se tuttavia è vero che non si deve fermarsi all’idea di una cosa, ma approfondirne l’oggettività di conoscenza, sarebbe già un grande traguardo il possesso e l’accettazione della sola idea di Cristo, affinché la vita in questo mondo fosse una vita fondata sulla verità e sull’amore comune. Amen
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