Sui molti modi in cui il mondo oggi perseguita Gesù Cristo con la sua superbia esistenziale

Sui molti modi in cui il mondo oggi perseguita Gesù Cristo con la sua superbia esistenziale:
 
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Se tutti credessero in Gesù come Salvatore, o almeno si aprissero alla possibilità di credere in lui, ascoltando il suo insegnamento, cercando di conoscerlo laddove maggiormente si manifesta, e se tutti provassero a divenire “cristiani”, meditando Gesù Cristo, nella sua realtà teologica, ebbene, un’infinità di mali nel mondo non esisterebbero, tanti problemi dello spirito umano sarebbero superati e persino la paura del domani e della morte sarebbe dissolta. Gesù infatti è il punto risolutivo dell’inquietudine, del male e della morte nel suo gravare sulle attese umane. E tuttavia la maggior parte degli uomini non soltanto non crede in lui (in quanto Dio e Salvatore), non soltanto è perlopiù totalmente disinteressata ad una conoscenza della sua Persona e del suo insegnamento, ma addirittura vive come se Gesù Cristo non fosse mai esistito, non avesse lasciato un insegnamento chiaro e semplice da comprendere – essendo totalmente fondato sull’amore – e anzi, non fosse nemmeno morto e risorto per la nostra salvezza. Le grandi capitali della terra sono i luoghi in cui questa assenza cristologica si avverte maggiormente. Gli stessi luoghi storici nei quali Gesù è vissuto, è passato compiendo miracoli e guarigioni, non testimoniano che in minima parte il ricordo di lui, tanto che molti pellegrini di Gerusalemme dicono che lì – oggi – sembra che Gesù non ci sia mai stato. La mancanza di Gesù, quantomeno nell’Idea di lui, nella “supposizione” attrattiva a lui, è una deficienza esistenziale di immensa portata, che del resto lo stesso Gesù aveva a suo modo profetizzato: “Se un altro venisse nel suo nome, voi lo accogliereste” – disse ai Giudei in una occasione. E infatti molti, nel mondo, vengono avanti e con molte pretese di riconoscimento, con ideali e insegnamenti, anche religiosi (talvolta persino sedicenti “cristiani”), totalmente differenti dall’unità e dalla semplicità dell’insegnamento di Gesù: credere in lui come Figlio di Dio, amare Dio e il prossimo, osservare la legge del Decalogo, che in fondo non è che la base di qualsiasi civile esistenza comune. Ma mentre quanti si fanno avanti con i loro subdoli progetti di potere mondano, venendo accolti dalle masse, Gesù ancora oggi, nella sua proposta di non ammassare beni sulla terra, ma di accumularli in Cielo, viene drammaticamente respinto e perseguitato nei suoi discepoli di oggi. L’uomo – e anche troppi uomini cristiani – ha una insolubile superbia della mente, dello sguardo, della carne e del cuore che inesorabilmente lo lega a “questo mondo” (se ce ne sarà un altro – egli pensa – poi si vedrà, intanto viviamo qua). E tutto ciò che implica successo “in” questo mondo, denaro, posizionamento sociale, vittoria sul “rivale” (non concepito come fratello ma come nemico), benessere, salute e via dicendo, archivia la pratica cristiana entro una evanescente e “mitica” utopia, idealistica e insensata, figlia di immaginazioni e paranoie. Il senso comanda l’anima delle masse e, in tal senso, “masse di anime” – per natura immortali – creano da se stesse la loro morte.
La speranza dei cristiani, tuttavia (quelli veramente tali, che vivono secondo il Vangelo e non secondo la nomea ideologica del Cristianesimo), deve saper affrontare la massa informe e spiritualmente deserta del mondo, che è contrario in modo esplicito – anche questo lo aveva profetizzato Gesù a suo tempo – al messaggio e alla dottrina di Gesù Cristo. Sappiamo infatti, cristianamente, che non stiamo perseguendo qui, in questo mondo, alcuna finalità esclusiva di successo e di “umanesimo”, dal momento che il Regno a cui aspiriamo e per l’ingresso nel quale rinunciamo a qualunque cosa di questo mondo, non è, appunto, di questo mondo. Il paradiso non rientra in alcuna delle proposte che il mondo offre, né la redenzione dal male e dal peccato si ottiene mediante il male e il peccato stessi, ma unicamente condannando entrambi, come nemici della vita vera, e conformandoci integralmente al principio redentivo trasmesso da Gesù Cristo e dai suoi Apostoli: non amiamo le cose del mondo, non conformiamoci ad esso, trascendiamo noi stessi nelle virtù spirituali, viviamo nella fede in Gesù Cristo, usciamo dal confine limitato e mortifero dell’attaccamento a noi stessi, alla carne e agli umani appetiti ed interessi.
Cercare di difendere la libertà personale, legandosi alle cose del mondo, è un inutile investimento. Solo in Cristo, infatti, che è totale superamento di questo mondo, la vera libertà può essere auspicata e conseguita, e in un modo senza macchia e senza fine, nella gioia vera, non soggetta agli istinti dei sensi e all’appagamento della carne, ma nello spirito e nella verità, ossia secondo il vero Dio, che solo Gesù Cristo ci ha manifestato nella storia. Amen
 
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Pubblicato da lacasadimiriam

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