“Perché non comprendete il mio linguaggio?” (Gv 8,43)
Molto interessante – e anche molto triste – questa interrogazione che Gesù pone ai Giudei nell’accesissimo dialogo con loro del capitolo 8 di Giovanni. L’interesse è speciale se si considera Gesù come Parola del Padre. E questa Parola, che per il Pensiero che la genera dovrebbe essere immediatamente compresa dagli uomini, in questo contesto non lo è affatto, ma anzi le viene obiettato di tutto, e in ultima viene totalmente rigettata. Gesù stesso, la Parola del Padre, sembra qui molto afflitto per l’insistente diniego giudaico. Il “linguaggio” della Parola di Dio viene rifiutato dagli umani uditori. Qui “linguaggio” significa articolazione della Parola, la sua comunicazione agli uomini secondo la loro possibilità di intendimento. Linguaggio non è un semplice modo di esprimersi, ma la comunicazione della rivelazione del Pensiero di Dio mediante la sua Parola. Gesù è triste di questo rifiuto umano, allora come oggi. Molti, infatti, e con più responsabilità di ieri, rifiutano la Parola del Padre, cioè suo Figlio, e pongono vane parole umane a misura di verità. Amen.