«Dategli voi stessi da mangiare» (Lc 9,13)(Δότε αὐτοῖς ὑμεῖς φαγεῖν)

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«Dategli voi stessi da mangiare» (Lc 9,13)
(Δότε αὐτοῖς ὑμεῖς φαγεῖν)

Queste parole, dette da Gesù ai suoi discepoli immediatamente prima della moltiplicazione (la prima) dei pani e dei pesci, sono assolutamente emblematiche, se osservate attentamente, da un duplice punto di vista. Il primo riguarda l’esortazione in se stessa di Gesù: ai discepoli che domandano di congedare la folla, in modo che possa provvedere a comprarsi qualcosa da mangiare, Gesù risponde in questo modo, che stupisce i suoi interlocutori: “Dategli voi stessi da mangiare”. Lo stupore, tuttavia, è anche del lettore: infatti, leggendo il seguito del racconto, sarà Gesù e non i discepoli, in senso proprio, colui che, mediante il miracolo, dà da mangiare alla folla, anche se sono i discepoli a distribuire i pani e i pesci moltiplicati. Gesù, quindi, sembra comandare un atto, quello di sfamare la folla, che invece è lui stesso a compiere. In realtà, non vi è alcuna contraddizione in queste parole di Gesù: se egli dice: “Date voi stessi da mangiare” alla folla, tale è l’esito, se questo nutrimento dato alla folla viene inteso secondo la fede. Con la vostra fede, dice qui Gesù ai discepoli, date da mangiare voi stessi alla folla, ed io esaudirò ciò che chiedete. Questo dovrebbe valere – e siamo al secondo punto di vista – anche per i discepoli di oggi, in specialissimo modo i sacerdoti: “Date voi stessi da mangiare” alla folla mediante la vostra fede, capace di smuovere la volontà di Gesù e di ottenere quanto domandato. Siate voi stessi gli operatori estrinseci del miracolo: date conversione, date purificazione, date misericordia, date conoscenza della Parola, date tutto ciò “voi stessi”, mediante la fede in Cristo. Ecco quindi che la prima moltiplicazione dei pani e dei pesci ha un senso molto più vasto di quello puramente storico: il simbolo del pane e del pesce moltiplicato, mediante la fede dei discepoli in Colui che tutto può, assume un carattere forte, che dovrebbe farci intendere che cosa possano, dinanzi a Cristo, i sacerdoti che hanno una grande fede in lui e assieme ad essa una premurosa sollecitudine affinché tutti siano nutriti di lui. Amen

 

Pubblicato da lacasadimiriam

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