E fu sera, e fu mattina (Gen 1,5b) – καὶ ἐγένετο ἑσπέρα καὶ ἐγένετο πρωί
L’autore biblico, con l’espediente di questa espressione ricorrente, sembra volerci dire che “non fu la notte”. Forse perché ci ha appena detto che Dio chiamò la luce “giorno” e le tenebre “notte” ?
C’è un senso misterioso in questa espressione, dal momento che nulla c’entra, qui, il “giorno” inteso secondo le nostre attuali conoscenze astronomiche, e allo stesso modo la notte. Dio, infatti, deve ancora creare il sole, la luna, le stelle e via dicendo, e tuttavia già si parla di giorno e di notte. Il senso è dunque verosimilmente “teologico”, niente affatto “astronomico”. E nemmeno cosmico-simbolico. Vi è forse una esaltazione della luce – una luce che non interpella alcuna entità intesa in senso “naturalistico” – e che è unicamente Dio a conoscere in se stessa e a disporre come “legge di discernimento” del suo piano creativo. Una luce che comanda le tappe, la dinamica ma soprattutto la legge intrinseca alla creazione stessa e a cui ogni successivo atto creativo ed ogni cosa creata fanno riferimento nei termini di una “obbedienza nell’essere”. In tal senso il “primo giorno”, cui segue il secondo e via dicendo, fino al settimo, non sono da intendere in un modo temporalistico-astronomico, ma teologico, come momenti puntuali di attualizzazione dell’attività della luce. Nel testo dei Settanta, traduzione del testo ebraico, si evidenzia bene come questa luce non “fu creata”, cioè non si dice che “Dio fece la luce”, come invece ad esempio si dice che “fece il firmamento”. Della luce, soltanto si dice che Dio la evocò, affinché fosse: “Γενηθήτω φῶς” (Sia la luce!). E non essendo figlia dell’agire creativo di Dio, si sospetta che questa luce sia preesistente e “contemporanea” a Dio stesso, nel senso di coeterna a lui, generata dall’eternità e qui evocata quale misura di ogni entità creata. In Giovanni 1,5 si dice che “La luce splende fra le tenebre” (e le tenebre non l’hanno vinta). Questa luce pare dunque potersi identificare con lo stesso Verbo di Dio. Amen
Amen
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