Gesù afferma la sua divinità, ma mediante il concetto di filiazione

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Alcuni studiosi ancora oggi dicono che Gesù non abbia mai sostenuto apertamente di essere Dio. Questo è teologicamente falso. Leggiamo – solo per fare un esempio – cosa dice Gesù in Giovanni 8,54b:
“Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”.
Il modo che Gesù ha di rivelare – nei Vangeli – la sua divinità, è sempre un modo trinitario, ossia l’unico possibile, essendo Dio stesso Trinità. In tal senso, per dire di essere Dio, Gesù deve sempre dirlo attraverso il concetto di paternità e di filiazione, e quello di comune unione fra il Padre e il Figlio. Non comprendendo Dio come unità di Persone, i Giudei non comprendono nemmeno la divinità di Gesù in quanto Figlio del Padre.
E infatti altrove gli domandano: “Dov’è tuo padre?” in senso assolutamente umano.
Questa impossibilità di comprensione dei Giudei, tuttavia, Gesù la giustifica non secondo una impossibilità di conoscenza, ma secondo una volontà rinchiusa in se stessa. Infatti, i Giudei non possono riconoscere Gesù come Figlio di Dio – e dunque Dio egli stesso – a motivo del loro cuore e della filiazione con un altro “padre” che esso istituisce: “Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. (Gv 8,43-44)”.
Nessun legame con Gesù può in tal senso essere istituito, nemmeno con quanti di essi, inizialmente, hanno creduto in lui. Venendo meno, infatti, il riconoscimento di Gesù in quanto Figlio del Padre, è impossibile lo stesso riconoscimento di Dio che si rivela all’uomo e quindi la vera conoscenza di Gesù. Inevitabilmente, Gesù è rifiutato da quei Giudei, a cui Gesù dice: “Voi non credete, perché dico la verità” (Gv 8,45).
Amen
 
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Pubblicato da lacasadimiriam

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