Gesù, Signore della storia, che ne dirige il fluire secondo giustizia e verità ***
“Ieri”, Signore, contemplava una persona diversa da quella che oggi siamo. Ieri implica un’intera esistenza, se vogliamo, precedente rispetto a questo oggi. E oggi, a sua volta, si propone dinamicamente, come un momento temporale rispetto al quale, domani, diremo nuovamente: “Ieri eravamo diversi”. E questa diversità è un procedere nel tempo che possiamo considerare come un dono, e un dono unicamente di Dio, nel quale ci è dato di progredire nella conoscenza di tante cose, anzitutto quella di Dio, della sua trascendenza, del suo amore, della sua rivelazione; e anche di noi stessi e delle persone che “ieri” non amavamo, perché incapaci di amarle per qualsiasi motivo, e che oggi magari amiamo e che chissà, domani ameremo in modo migliore. Tutta questa dinamica temporale, la cui estensione tu solo conosci, ci è data inoltre come dono di purificazione, di penitenza, di liberazione dal peccato che “ieri” ottenebrava la nostra vita, che “oggi” riconosciamo come tuo avversario e che domani, nella speranza in te, crediamo che sia vinto in modo definitivo. Tu però come Dio non sei soggetto né alla limitatezza di “ieri”, né alla stringenza dell’oggi, né all’incertezza del domani. Tu sei eternità che vive, non hai limiti di tempo e di spazio, nemmeno in relazione a noi, nel senso che ci conosci da prima che fossimo e di ogni nostro atto sei al corrente da sempre. In tal senso, tu puoi ogni cosa su di noi. A tal punto, da volere tu stesso sottoporti alla limitazione temporale, venendo in questa vita con una esperienza umana. Anche tu, quindi, hai voluto conoscere il passaggio dall’ieri all’oggi, e dall’oggi al domani, dentro una storia, tra i confini di questo vivere umano. Passando tu stesso in questa dinamica di tempo, in questo muoversi del tempo da un momento ad un altro, hai santificato il tempo stesso, nella sua logica di misurazione del vivere umano, e gli hai dato benedizione e luce. Benedizione, poiché dalla tua comparsa in mezzo a noi, finché vita umana ci sarà, in te tutti si diranno benedetti; luce, poiché il caos dei giorni che si susseguono, non è più un confuso e incerto procedere da quando tu ti sei incarnato e sei venuto in mezzo a noi. Per questo, con tutte le sue confusioni e le sue agitazioni, le sue insicurezze e i suoi travagli, il tempo della storia rimane un tuo preziosissimo conforto alla nostra esperienza umana, che non sappiamo quanto tempo possieda a livello di permanenza sulla terra. Il tempo è la nostra continua opportunità, infatti, di beneficare qualcuno nella carità, di offrirti una lode, di pentirci dei nostri peccati, di perdonare chi ci ha fatto del male, di santificare il tuo giorno, di convertirci a te. Il tempo non è quindi più una questione di ieri, di oggi o di domani, ma di te, di te come Signore del tempo. Tu ne dirigi il fluire, infatti, sia come tempo della storia in generale, sia come tempo di vita di ognuno di noi, tutto secondo giustizia e verità. In tal senso, il tempo non può e non deve più farci paura: né il tempo passato, poiché è sotto la tua dominazione di Dio che ha condiviso con l’uomo l’agonia spirituale del ricordo di ciò che è stato, né il tempo presente, poiché come uomo l’hai offerto integralmente alla volontà di Dio che lo tutela e dirige; nemmeno il tempo futuro, poiché la speranza che la tua umanità ci ha trasmesso è consapevole che comunque vadano le cose, tu sei Signore e tutto torna a te, al tuo giudizio e alla tua misericordia. Ti benediciamo, dunque, uomo Gesù, e lodiamo te, Dio e Signore, per il dono del tempo in se stesso, e per la purificazione che ad esso hai donato, mediante la tua incarnazione nella storia. Amen
***Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam
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