Gv 1,26: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete” – Non è forse così anche oggi?

Jesus Begins His Ministry - Ms. Becky's Sunday School Class

Gv 1,26: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete” – Non è forse così anche oggi?

Vedendosi “oppresso” da domande postegli per coglierlo in fallo, anzitutto relative alla sua identità (“Chi sei tu?”) e quindi alla sua attività “(“Perché battezzi?”), Giovanni il Battista non teme il confronto con i suoi interlocutori, pur tuttavia non pone l’accento né sulla propria identità (si autoafferma infatti come quella “voce che grida nel deserto” profetizzata da Isaia molti secoli prima), né sulla sua attività (relegandola ad un semplice battesimo con l’acqua, anticipazione di un molto più efficace battesimo nel fuoco). L’epicentro dell’autodifesa del Battista, quello che potremmo definire come il suo “climax”, non è la salvaguardia della propria immagine, bensì l’enfatizzazione di Colui che “sta in mezzo a voi e che voi non conoscete”, come dice ai suoi interlocutori. Costui, che essi non conoscono, è Gesù, venuto ad iniziare la sua predicazione pubblica in mezzo alla gente del suo tempo. Se leggiamo con attenzione queste parole del Battista, tuttavia (cf. Gv 1,26), possiamo domandarci se esse non aprano in qualche modo la scena – pur con tutte le differenze del caso – al tempo che stiamo vivendo oggi, alla non conoscenza di Colui che è in mezzo a noi, instancabile nella sua vivente presenza, ma sconosciuto ai più. A quel tempo nessuno ancora conosceva Gesù, né lo poteva – salvo il suo più intimo parentado di Nazareth – non essendosi Gesù ancora manifestato in pubblico. Dopo la presentazione enfatica del Battista e per tre anni consecutivi, la conoscenza di Gesù si estenderà a tutto l’Israele di quel tempo, ma per lo più in un modo molto relativo e inesatto. L’uomo Gesù, colui che opera guarigioni, che a suo modo “viola il sabato”, che “non teme il giudizio degli uomini”, che “chiama Dio suo Padre”, sarà oggettivamente conosciuto dalle masse: non così, tuttavia, il Cristo Salvatore, il Figlio del Dio vivente, il Redentore dell’uomo. Quest’ultima visione di Gesù, rimarrà per lo più “sconosciuta” – con un forte concorso di volontà personale – alla maggior parte degli uomini di quel tempo, con l’esito che tutti conosciamo della sua crocifissione. Oggi, tuttavia, che i secoli hanno arato profondi solchi di conoscenza sul terreno fertile dell’esperienza del Salvatore, le cose non sembrano molto distinte da quel silenzio austero delle masse sulla figura di Gesù Cristo come Figlio di Dio e Signore, Salvatore del mondo. La conoscenza di lui rimane connessa ad un dato storico – che molti addirittura cercano, se non di abolire del tutto, quantomeno di relativizzare il più possibile – piuttosto che non ad un dato di vera e indefessa fede in lui: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Ossia l’eterno Verbo del Padre, incarnatosi per la salvezza umana, che patì – come insegna il Credo – e fu crocifisso e che risorse dalla morte, donando vita nuova all’umanità intera per mezzo del suo sangue. Gesù Cristo, che sebbene asceso al Padre e divenuto erede come Figlio unigenito del suo Regno, non cessa di stare accanto ad ognuno di noi, come promesso inizialmente ai suoi Apostoli dopo la risurrezione: “Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).
Se per conoscenza di Gesù si intende questa autentica e perenne (fino alla fine della vita) adesione a lui, ebbene, ecco che anche per noi può essere applicato il monito di Giovanni il Battista: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”. Abbiamo avuto il Precursore,abbiamo avuto nella storia e ogni giorno nella fede il Salvatore: ciò nonostante, non lo conosciamo, sebbene sia in mezzo a noi vivo e presente e per questo non crediamo autenticamente in lui. Amen

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