Il Limbo di Maria Valtorta e alcuni cedimenti teologici attuali al pensiero puramente umano, fondato sull’ideologia del mondo

Il Limbo di Maria Valtorta e alcuni cedimenti teologici attuali al pensiero puramente umano, fondato sull’ideologia del mondo:

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Quasi completamente abolita dal discorso teologico e magisteriale, l’esistenza del Limbo (che la Chiesa non ha mai dogmatizzato e di cui il Catechismo della Chiesa cattolica non parla formalmente), viene invece sostenuta dall’opera di Maria Valtorta, ma con un significato teologico (e stupisce molto che alcuni “intellettuali della fede” debbano prendere lezioni da lei) assolutamente più ampio ed elevato di molte delle ipotesi contemporanee, spesso figlie più di un occhio “strizzato al mondo attuale” che non alla verità immutabile della divina rivelazione. “Limbo” non è infatti solo una questione di bambini morti senza battesimo, o di uomini vissuti prima del compimento della redenzione di Cristo; “Limbo” interpella anche l’esito esistenziale di uomini e donne giusti, adulti, vissuti secondo giustizia, ma morti senza riconoscimento alcuno di Gesù Cristo in quanto Signore e fuori dalla comunità cristiana; ed interpella anche alcuni stessi cristiani (dunque battezzati) i quali hanno tuttavia frainteso volutamente il discorso rivelato e non hanno integrato pienamente la loro esistenza alla carità di Cristo. Nel Volume 7 dell’opera: “L’Evangelo come mi è stato rivelato” (n° 444), Gesù spiega ai suoi stessi Apostoli che il Limbo durerà fino alla fine dei secoli, quando, dopo il giudizio finale, non esisteranno che l’inferno e il paradiso (e dunque nemmeno più il purgatorio – altro “fantasma” teologico di questo tempo).

Se amassimo davvero gli uomini di ogni tempo, non opereremmo dei compromessi mediante delle evanescenti “strette di mano teologiche”, volte ad assecondare ciò che – per incomprensione della divina rivelazione – quegli stessi uomini vogliono sentirsi dire e insegnare come verità rivelata.

Chiaro è che il Limbo della Valtorta non sia quello di sant’Agostino, il quale tuttavia non ha avuto ciò che la Valtorta ha avuto (una simile e così protratta rivelazione privata), e che tuttavia non ha fondato la sua teologia del Limbo su delle considerazioni antitetiche al dato biblico, ma solamente incapaci di oltrepassare alcuni misteri opponentesi all’immediatezza intellettuale.

Ed è chiaro che il Limbo non sia nemmeno quello ipotizzato nel Medioevo – secondo l’accezione ivi esposta (es. A. di Hales, san Bonaventura, ecc.), ma tuttavia anche qui il ragionamento si è fondato sulla realtà biblica e non su umanesimi teologici.

Oggi, invece, alcuni ragionamenti teologici che aboliscono l’esistenza del Limbo (come del resto quella del Purgatorio), si fondano più sulla realtà umana, sull’economia del mondo, che non su quella della verità immutabile divinamente rivelata.

Questo nella Valtorta non accade mai. Si legga la sua opera e lo si vedrà.

Amen

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Pubblicato da lacasadimiriam

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