“La fede non è solo il dire: Esiste un Dio” – Meditazione serale alla Casa di Miriam del 4 settembre 2024:

“La fede non è solo il dire: Esiste un Dio” – Meditazione serale alla Casa di Miriam del 4 settembre 2024:

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Questa sera ci avviciniamo al cuore di Gesù, consapevoli di tante cose che, relativamente al nostro cuore, ci appaiono stringenti e dolorose. Di alcune di queste siamo coscienti, poiché visibili, estrinseche, palesi nella loro manifestazione. Di altre invece non ne siamo consapevoli, sebbene il loro peso specifico e le loro conseguenze dolorose non siano affatto meno eloquenti di altre più visibili ed esteriori. Una di queste è la nostra fede, la nostra fede in Cristo. A livello sostanziale, molti di noi la dichiarano come esistente, talvolta persino come forte e in alcuni casi – un po’ cinici – ovvia. A livello formale, tuttavia, molto spesso in noi la fede è piuttosto precaria, se non del tutto assente. Questo è un grande male, una grande malattia, i cui effetti non avvolgono solo noi stessi, ma anche quanti vivono attorno a noi. Se autentica, infatti, la fede si propaga. Allo stesso modo, la sua assenza. Siamo in un tempo in cui la fede in Cristo soffre in noi. Talvolta la lasciamo scivolare via dalle nostre priorità esistenziali, non essendo più necessaria, in molte anime. Ciò conduce l’uomo all’allontanamento non solo da Dio, ma da se stesso e dall’autentico amore sociale. Che cos’è la fede? Fosse solo il dire: “Esiste un Dio!” – senza peraltro imporsi una ricerca, un approfondimento spirituale e una relazione con lui – ebbene, molti potrebbero dire: “Sì, io ho fede!”. Il problema è che la fede non è solo il riconoscimento “vocale” dell’esistenza di Dio, ma l’istituzione di un credo oggettivo in lui con un totale reinvestimento del proprio vivere alla luce di esso. Dio si è rivelato in Cristo, una volta per sempre nella storia, in lui ha ammaestrato gli uomini, li ha guariti, liberati, salvati e redenti mediante il suo dolore. La fede non può prescindere da una partecipazione esistenziale a tutto ciò. Il Cristo che parla, che insegna, che soffre, che guarisce, che muore e che risorge, non è un arredo non indispensabile all’edificio dell’esistenza umana. La fede è piuttosto ciò che questa stessa esistenza umana sostiene nel suo fondamento. In tal senso, avere fede significa anche conoscere Gesù Cristo e, mediante lui, Dio stesso. Fede significa anche imitare Gesù Cristo, e mediante questa imitazione, compiacere Dio stesso. Fede significa ancora sperare nella bontà e nella vita eterna che in Cristo Dio ci ha promesso, al modo di una certezza, e dunque vivere alla luce di questa speranza, modificando il nostro approccio alle cose di questo mondo. Avere fede, ancora, significa porre la propria adesione ai segni che Gesù ci manda del suo amore infinito per noi: i segni sacramentali, anzitutto, e quelli spirituali, intimi ed interiori. Si può intuire quanto si sia distanti da quel primordiale e disinteressato atto di affermazione dell’esistenza di Dio, senza che poi esso produca, nella fede, un totale rinnovamento esistenziale. Dobbiamo meditare tutto questo, e in fretta, poiché la fede non è eterna, come insegna san Paolo, né è eterno il tempo che Gesù ci dona per acquisirla. Se certamente ad ognuno di noi la bontà divina manda continui e infiniti motivi di credibilità della fede, siamo chiamati a deciderci per la loro accoglienza, affinché non sia vana la nostra esistenza in questa vita che passa veloce. Amen

Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam

Piazza del Monastero, 3 – Torino
Tel. 3405892741
www.lacasadimiriam.altervista.org

 

 

Pubblicato da lacasadimiriam

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