“La mia casa è in rovina, ma voi vi date premura delle vostre case” – Il messaggio attualissimo del profeta Aggeo
Il profeta Aggeo – che troppo poco conosciamo noi cattolici – viene chiamato dal Signore a rivolgere un monito di allerta, non soltanto sociale, ma soprattutto spirituale al suo popolo, per il tramite dei due personaggi più significativi di quel tempo, ossia Zorobabele (governatore della Giudea) e Giosuè (il sommo sacerdote). In sintesi, il profeta evoca il disappunto divino rispetto a quell’inammissibile “calma” con la quale il suo popolo pensa alle proprie cose e alle proprie case (ossia vive un solipsismo spirituale), mentre la casa del Signore, il tempio, è ancora in rovina, a motivo della devastazione caldea. Nello specifico, tuttavia, alcune espressioni del profeta Aggeo divengono “simboliche” per evidenziare una condizione di “rovina”, di “devastazione” – dinanzi alla quale chi dovrebbe intervenire si addormenta nei propri interessi – che può applicarsi non soltanto a quel tempo della storia d’Israele, ma a molti altri momenti storici nei quali “la casa del Signore” è stata devastata (e non soltanto a livello materiale), sino al momento stesso attuale, che stiamo vivendo oggi. Scegliamo alcune frasi emblematiche, in tal senso, che Dio pone sulle labbra di Aggeo, non testuali ma in sintesi:
- Vi sembra giusto pensare ad abitare tranquilli, mentre la casa di Dio è in rovina?
- Salite sul monte… ricostruite la mia casa
- La mia casa è in rovina, ma voi vi date premura delle vostre case
- Voi non avete mai visto questa mia casa nel suo primitivo splendore: ma ora come la vedete?
- Il confronto fra quella e questa è un nulla
- Mettetevi al lavoro… io vi sarò con voi!
Anche se contestualizzata in situazioni storiche e religiose molto distinte da quelle attuali, la ritmica e soprattutto la sostanza del messaggio di Aggeo può valere anche oggi per tutti noi, laici (come lo era Zorobabele) o ministri consacrati (come Giosuè). La casa del Signore, infatti, anche oggi da molti punti di vista “va in rovina”. Molte sono in essa le cose anche oggi da ricostruire. Molta distanza anche oggi si percepisce tra la primitiva casa del Signore (quella fondata da Gesù Cristo, la Chiesa delle origini) e quella attuale. Anche noi dobbiamo lavorare intensamente. Come? Non siamo noi, da noi stessi, a poter muovere una sola pietra senza lo Spirito Santo che ci illumini. In tal senso diviene fondamentale che, per la causa della Chiesa, costantemente si invochi lo Spirito Santo, affinché da tante macerie attuale (le vocazioni crollate, l’abbandono della partecipazione eucaristica nel mondo, le contestazioni alla dottrina, ecc.) sorga un nuovo edificio spirituale, una Chiesa identica, per dogma e dottrina, a quella fondata da Gesù, e tuttavia “nuova”, figlia della nostra compartecipazione alla sua ricostruzione in un tempo di crisi e di miseria. Amen
Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam
Piazza del Monastero, 3 – Torino