La misteriosa espressione di Giovanni Apostolo, “signora eletta” (greco: ἐκλεκτῇ κυρίᾳ) 2Gv

La misteriosa espressione di Giovanni Apostolo, “signora eletta” (greco: ἐκλεκτῇ κυρίᾳ), alla quale indirizza la sua seconda lettera.

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Già l’autopresentazione di se stesso come “il presbitero” (2Gv 1,1) è piuttosto eloquente, avendo fatto sorgere molti interrogativi in ambito esegetico, nei secoli, sull’identità di questo “presbitero” (Giovanni stesso? Un suo discepolo?). Tenendo ferma, tuttavia, l’identità giovannea, molto più emblematica ancora è la destinazione del suo scritto, che Giovanni indica con l’espressione “eletta signora”. Questo vocabolario, infatti – che è insolito e inusuale se applicato a Giovanni stesso – lascia molti interrogativi tutt’oggi irrisolti sulla vera identità del destinatario di questa seconda epistola giovannea. Cosa significa, infatti, “eletta signora”? A chi sta scrivendo, oggettivamente, Giovanni qui?

Gli studiosi hanno posto delle risposte molto distinte. Una di queste, forse la meno probabile e sensata (ma vera in quanto al fondamento di ricerca) è che “signora” (in greco Kyria) sia un nome autentico femminile, come ne esistevano al tempo di Giovanni e nell’antichità. Dunque Giovanni starebbe scrivendo ad una “matrona”, a cui allega l’epiteto di “eletta” nel senso di nobiltà. Anche la specificazione successiva dei “suoi figli” starebbe quindi a significare dei “figli” reali, secondo natura.

Questa interpretazione ci pare tuttavia impossibile da applicare a Giovanni Apostolo.

Altra ipotesi è l’intendimento di quel “signora” in senso “ecclesiastico”, come cioè edificante una Chiesa costituita dallo stesso Giovanni nell’Asia Minore (egli starebbe scrivendo questa lettera da Efeso). “Eletta”, tuttavia, non si capirebbe molto che cosa aggiungerebbe di speciale a questa “anonima” Chiesa, non specificata in alcun modo nominalmente.

Una ulteriore ipotesi è quella “universalistica”, nel senso cioè che la lettera sarebbe stata dedicata a “tutta” la Chiesa in senso universale, da cui l’applicazione dell’epiteto “eletta” (greco: ἐκλεκτῇ).

Tuttavia a noi pare che anche queste ultime due ipotesi siano dubbie dal punto di vista applicativo. Nella terza lettera, infatti, nella quale invece il destinatario è esplicitamente detto essere tale “Gaio” (qui nascono comunque le aporie sull’identità oggettiva di costui), ebbene, Giovanni usa esplicitamente il termine “Chiesa” per riferirsi alla Chiesa (3Gv 6.9) e non usa immagini o epiteti evocativo-immaginifici.

Quindi, tornando alla “eletta signora” della seconda lettera di Giovanni, escludendo l’ipotesi “personalistica” (che intende questa signora come una donna vera e come uomini veri i suoi figli), ed escludendo anche quella “ecclesiastico-universalistica” (cioè intendente la Chiesa tutta in senso lato), potremmo azzardare l’ipotesi di una “elezione” ecclesiastica di questa “signora”, ossia che Giovanni stia parlando o alla Chiesa madre in senso originario (Gerusalemme) o in senso apostolico (Roma), entrambe considerate in un tempo nel quale la presenza apostolica era stata decimata e il solo Giovanni, “l’anziano” (il “presbitero”) rimaneva eloquente – anche se lontano – come figlio della testimonianza primitiva di Gesù Cristo. Possiamo considerare, per avallare questa che non è altro che una ipotesi, come venga usato con particolare parsimonia l’epiteto di “eletta/o/i) in alcuni passi dei Vangeli:

 

“Molti sono chiamati, ma pochi eletti” (Mt 22,14)

“A causa degli eletti, quei giorni saranno abbreviati” (Mt 24,22)

“Falsi cristi e falsi profeti… da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti” (Mt 24,24)

“Egli manderà i suoi angeli… raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti” (Mt 24,31)

“Salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto” (Lc 23,35)

 

Si vede come non si scherzi affatto con questo termine e come mai sia applicato ad una donna (signora) dagli Evangelisti. L’idea personalistica della “eletta signora” di 2Gv ci pare così totalmente inaccettabile. Quella “ecclesiologica” molto di meno, ma non può pensarsi in senso universalistico (tutta la Chiesa), poiché “eletta” è un termine “individualizzante” una specificità, non un termine di uso universalistico. Forse, quindi, questa elezione nasce o da un fatto di fondamento (Gerusalemme, dove certo Giacomo Apostolo non c’è più al tempo di questa lettera) o di apostolicità (Roma, dove già sono morti gli Apostoli Pietro e Paolo). Chissà.

Amen

 

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