La stupenda preghiera di liberazione (perché tale è) del profeta Giona. Si è troppo scherzato sull’autenticità di questo testo e sulla storicità degli eventi ivi evocati, sino a non accorgersi della potenza spirituale di questa incantevole preghiera – Ecco il testo:
“Nella mia angoscia ho invocato il Signore
ed egli mi ha esaudito;
dal profondo degli inferi ho gridato
e tu hai ascoltato la mia voce.
Mi hai gettato nell’abisso,
nel cuore del mare
e le correnti mi hanno circondato.
Tutti i tuoi flutti e le tue onde
sono passati sopra di me.
Io dicevo: Sono scacciato,
lontano dai tuoi occhi;
eppure tornerò a guardare il tuo tempio?
Le acque mi hanno sommerso fino alla gola,
l’abisso mi ha avvolto,
l’alga si è avvinta al mio capo.
Sono sceso alle radici dei monti,
la terra ha chiuso le sue spranghe
dietro a me per sempre.
Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita,
Signore mio Dio.
Quando in me sentivo venir meno la vita,
ho ricordato il Signore.
La mia preghiera è giunta fino a te,
fino alla tua santa dimora.
Quelli che onorano vane nullità
abbandonano il loro amore.
Ma io con voce di lode offrirò a te un sacrificio
e adempirò il voto che ho fatto:
la salvezza viene dal Signore”
(Giona 2,3-10)