L’immagine dell’acqua che esce dal cuore di Gesù come dal Tempio di Gerusalemme

L’immagine dell’acqua che esce dal cuore di Gesù come dal Tempio di Gerusalemme:

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Accogliere Gesù è per noi divenire come sorgenti d’acqua viva, che producono vita eterna. L’immagine primitiva di questo concetto (ma ancora ad un livello molto simbolico e profetico) ce la fornisce Ezechiele, al capitolo 47 del suo voluminoso libro. Nella sua visione al Tempio di Gerusalemme, l’acqua che scendeva lenta dalla parte meridionale dell’altare, divenne poi “un fiume da non potersi passare a guado” (Ez 47,5), e “vi era un grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra” (47,7). Dio stesso annuncia a Ezechiele che “ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono, risanano e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà” (47,9). Nel Nuovo Testamento Gesù riprende questo concetto, applicandolo a se stesso come fonte d’acqua viva (ed esortando quindi ognuno a bere di lui): “Chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4,14). E ancora nel Vangelo di Giovanni, in 7,38, dice “Chi ha sete venga a me… fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. In quest’ultima evocazione, Gesù associa l’acqua viva all’azione dello Spirito Santo in chi crede in lui.

Tanto le acque annunciate da Ezechiele, quanto quelle evocate da Gesù, sono acque di grazia, che danno vita per l’eternità. Gesù stesso è la fonte di quest’acqua. Dare vita significa, per quest’acqua, purificare tutto ciò che è impuro e generare frutti, come simboleggiato dagli alberi di Ezechiele lungo il fiume.

Gesù non ha soltanto “cantato” questo evento dell’acqua viva, ma lo ha testimoniato al momento della sua crocifissione, secondo l’immagine dell’acqua che, assieme al sangue, esce dal suo cuore appena trafitto. La purificazione ivi è in atto in tutto ciò che raggiunge e che non rifugge da essa. A contatto con quest’acqua, l’anima diviene generatrice di vita e di frutti, che prosperano metaforicamente nelle virtù.

Se Ezechiele dice, ancora, che in quelle acque da lui viste il pesce è abbondantissimo, significa proprio questa abbondantissima fruttificazione delle buone intenzioni dell’anima, a contatto con l’azione risanante dell’acqua che sgorga dal cuore Gesù.

L’acqua viva di Gesù è dunque benedizione alla quale tutti siamo chiamati ad attingere, senza temere nulla, poiché essa tutto risana in noi, se solo abbiamo fede in Gesù. Amen

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