Non amando Cristo, non amano Dio – Un esempio dal Vangelo di Giovanni:

Non amando Cristo, non amano Dio, e non amando Dio, non possono attendersi di conoscerlo mai, né ora (nei sacramenti) né mai (nella gloria) – Un esempio dal Vangelo di Giovanni:

Jesus Empowers and Sends the 12 Apostles to Teach, Heal, and Serve - Tell  Me the Stories of Jesus

Nei Vangeli capita sovente di incontrare delle persone che pongono delle domande dirette a Gesù (o ai loro discepoli per lui) e Gesù che risponde in un modo del tutto evasivo, indiretto, che sembra quasi non avere niente a che fare con la domanda postagli. Un esempio ci è dato da quei “greci” (forse semplicemente ebrei della diaspora) che chiedono ai discepoli di poter vedere Gesù. Giuntagli la domanda, Gesù risponde andando molto lontano con il discorso, e anziché dare una risposta diretta, del tipo: “Sì, vengano a me; no, non posso incontrarli, ecc.”, fa tutto un lungo discorso e la risposta a quei greci solo intuitivamente, alla fine, si può percepire, ossia che essi lo vedranno, ormai, solo quando sarà elevato da terra (cf. Gv 12,32). Ma l’esempio che qui ci interessa di più, è quello in cui Giuda Taddeo fa una domanda diretta a Gesù: “Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?” (Gv 14,22). Gesù, infatti, risponde in un modo molto complesso e indiretto, rispetto alla richiesta dell’Apostolo. Parte da lontano, dicendo: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio verrà a lui e noi prenderemo dimora in lui” (Ivi, v. 23). Ma la risposta all’Apostolo qui non è ancora data, se non parzialmente. Gesù vuole infatti far intendere al Taddeo che se lui si manifesta agli Apostoli e non al mondo, ciò dipende dal fatto che essi lo hanno accolto, lo hanno amato e in tal modo lui e il Padre dimorano in essi e ad essi si manifestano. Il seguito è tuttavia fondamentale: “Chi non mi ama, non osserva le mie parola; la parola che voi ascoltate, non è mia, ma del Padre che mi ha mandato” (v. 24). Se Gesù, dunque, non si manifesta al mondo – come domanda il Taddeo – è perché il mondo stesso non lo ha voluto ascoltare, né conoscere nell’obbedienza, e in tal modo ha rifiutato contemporaneamente, assieme alla sua parola, il Padre stesso, da cui essa intimamente proviene.

Uscendo dal discorso relativo al modo di rispondere di Gesù ad alcune domande che gli vengono poste, possiamo integrare qui delle osservazioni teologiche. La parola del Vangelo, infatti, anche quando evoca dei fatti storici, come questo della domanda di Giuda Taddeo a Gesù, ha sempre una significazione anche nell’oggi della Chiesa, trascendendo così la situazionalità storica del tempo di Gesù e potendo essere applicata in ogni tempo. Anche oggi, infatti, da molti Gesù non è amato. Questi sono proprio coloro che poi si lamentano dicendo che, se fosse Dio si manifesterebbe loro, mentre loro stessi – dicono con ingenuità teologica – non lo hanno mai visto. Non capiscono, costoro, che solo una volta Gesù si è manifestato nella storia e che dalla sua Ascensione sino alla sua seconda venuta egli si manifesta in modo molto distinto, nella fede, per mezzo dei sacramenti e dello Spirito Santo che evoca alla coscienza che si pone in ascolto di lui tutto ciò che Egli ha fatto e che a noi chiede di fare. Quanti invece amano Gesù e ascoltano la sua parola – e spesso questi sono i poveri, gli ultimi e comunque i più umili della terra – avvertono come Gesù si manifesti loro e, così come l’Apostolo che pose quella domanda a Gesù – talvolta non capiscono come mai agli altri Gesù non si manifesti. La ragione sta nel fatto che Gesù non va dove non c’è carità nei suoi riguardi, dove il cuore è chiuso a lui e, insieme a lui, al Padre. Si crea così una impossibilità di conoscenza di Dio, in queste anime, dovuta al negligente ostruzionismo all’azione della grazia, che vorrebbe manifestare il Cristo in ogni cuore, per salvare tutti. Se tuttavia è l’anima stessa ad imporre questa negazione, Gesù non può imporsi a nessuno. Amen

 

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