Perseguitati in tutto, eccetto che nella forma

Perseguitati in tutto, eccetto che nella forma

Il cristiano di ogni tempo è soggetto ad ogni genere di persecuzioni: dirette, indirette, corporali, spirituali, politiche, sociali, istituzionali e molte altre ancora. Nella sua stessa sintesi esistenziale il cristiano può riconoscersi come essere-perseguitato. Vi è però un punto “vetta”, un non plus ultra che rende in fondo stabile la padronanza di sé che il cristiano ha rispetto alla propria professione di fede: la “forma” del suo essere-cristiano. Non la forma, ovviamente, in senso materiale. No, la forma nel senso sostanziale del suo essere-cristiano. Ivi non vi è possibilità alcuna di inferenza della persecuzione: ivi nulla può entrare, quale elemento di disturbo, nella profondità stessa del proprio essere-cristiano. Osserviamo Cristo stesso, che in fondo è la nostra “forma” cristiana. Lo hanno perseguitato in ogni modo, sino a crocifiggerlo. Eppure non è stato possibile per nessuno boicottare quel suo “essere la forma” del cristiano: proprio perché, come per paradosso, nel momento in cui si tentasse di opprimere e di perseguitare Cristo nel suo “formare” il cristiano, ecco che il cristiano viene generato.
Siamo dunque consapevoli di avere un nucleo di senso ontologico, nel nostro essere-cristiani, che nessuna forza umana (e spirituale) è in grado di cancellare: la nostra forma cristiana, Cristo stesso in quanto “forma” vivente della nostra fede.

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Pubblicato da lacasadimiriam

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