(Testo di F.G. Silletta)
A te, discepolo diletto del Signore,
che per l’amore per il Verbo incarnato
sei passato dall’ascolto attento di una voce esterna
– la voce del Battista –
all’ascolto integrale di una voce interna,
quella del Messia,
“andando e vedendo” dove lui abitava (cfr. Gv 1,39b),
vogliamo offrire l’ora presente della nostra esistenza,
appellandoci a quell’ora decima
di quel giorno gaudioso,
nel quale tu, con il compagno Andrea (cfr. Gv 1,35.40),
hai seguito intimamente il Maestro per la prima volta
ed esposto alla sua sequela
ogni tua propria attitudine esistenziale.
L’ora decima del tuo incontro
con l’abitazione del Messia,
che riflette da vicino il compimento della Legge,
significhi per noi,
attraverso la mediazione della tua esperienza storica, una nuova attrazione al superamento di noi stessi,
per la forza di quell’Amore incarnato
che tu stesso hai veduto e toccato (cfr. 1Gv 1,1):
ti preghiamo, per la potenza della tua testimonianza,
che tu stesso hai elaborato in termini progressivi,
procedendo dalla visione privata
della dimora dell’Agnello di Dio (Cfr. 1Gv 1,29.36),
alla visione pubblica dell’Agnello immolato
(cfr. Gv 19,26),di guadagnare anche per noi
questa stessa progressione,
affinché dall’esperienza del Verbo incarnato,
sappiamo anche noi trarre una cinetica di fede
sempre più ardente
e meritevole della medesima compiacenza del Maestro,
che in maniera singolare
alla tua esistenza umana è stata associata.
Aiutaci, discepolo diletto del Signore,
a partecipare della medesima divina dilezione,
affinché, come tu hai scritto,
per la permanenza
di ciò che da principio abbiamo udito,
anche noi possiamo rimanere nel Figlio e nel Padre
(cfr. 1Gv 2,24).
Prega per noi, san Giovanni Apostolo,
affinché camminiamo mentre abbiamo la luce
(cfr. Gv 12,35b). Amen.