Quelle parole di Gesù, “Beato colui che non si scandalizza di me” (Mt 11,6), sono applicabili anche alla Madonna.
La Madonna per prima non si è scandalizzata di suo Figlio, secondo il senso etimologico del verbo greco “skandalizó”, ossia “mettere un laccio sulla via, essere causa di una caduta, ecc.”. In un certo senso, quando la Madonna profetizza di se stessa che tutte le generazioni la chiameranno beata, include se stessa fra quanti sono beati poiché non si scandalizzano di Gesù. In quanto madre del Verbo incarnato, la Madonna diviene a sua volta “ragione di scandalo” per molte coscienze umane, di ogni tempo della storia. La santità, infatti, è sempre un motivo di scandalo; l’umiltà che la sostiene, viene fraintesa come debolezza; la purezza che la genera, viene concepita come limite; il silenzio che la alimenta, è inteso come incapacità; la fede che la accompagna, viene accolta come creduloneria; la speranza, a sua volta, come pura illusione. E tutto converge verso una interpretazione “scandalizzata” della natura, del carattere e della persona stessa di Maria, la quale invece è unicamente una fonte di luce, un riferimento esemplare di come la via di Cristo, nella perfezione del suo insegnamento, possa essere umanamente accolta in tutte le sue preposizioni, in ogni sua latitudine, senza sacrificare alcun aspetto dell’esistenza.
Non dobbiamo affatto, in tal senso, scandalizzarci di Maria, ma guardare a lei con umiltà e fiducia, concependone l’esistenza non in modo astratto e fiabesco, ma secondo la “cruenza” della sua esperienza storica di madre del Salvatore, di sua discepola, e di guida del consorzio apostolico dopo la dipartita del Maestro. Una vita tutta al servizio di Dio, da cui lo scandalo non deriva in alcun modo se non per quanti hanno in odio Dio stesso e il suo disegno di salvezza per l’umanità, attuato in Cristo suo Figlio. Amen
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