Quelle sintesi con le quali, in pochi versetti, gli evangelisti dicono tante cose di Gesù

Quelle sintesi con le quali, in pochi versetti, gli evangelisti dicono tante cose di Gesù:

“Compiuta la traversata, approdarono a Genesaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l’orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano, guarivano” (Matteo 14,34)

Con questo stile “sintetico”, frequente nei Vangeli, vengono esposti più eventi in un unico contesto narrativo, senza entrare nei dettagli specifici, ma dando l’idea di ciò che accade. Gesù compie l’ennesima traversata del lago di Genesaret. La gente lo osserva, lo segue, diffonde notizia della sua presenza. Vedendolo, gli portano i malati del luogo. Insistono con modi vari per essere guariti. Alcuni osano toccarlo, sapendo che così guariranno ugualmente, e ciò avviene in molti casi. Vi è tuttavia un verbo, in questa sintesi, che più di tutti ci pare significativo sottolineare, poiché veicola la situazione ad uno sbocco ermeneutico: la gente del luogo ha “riconosciuto” Gesù. Non pensiamo solo ad un riconoscimento del suo aspetto; questo non otterrebbe alcunché dinanzi a Gesù. La gente riconosce – almeno quella ivi evocata – in Gesù colui che è atteso come Salvatore, anche se non ancora nella pienezza di senso teologico di questo termine. E tuttavia senza questo riconoscimento, che è comunque un atto di fede, anche se ancora minimale, Gesù si lascia accogliere, ottiene guarigioni, dispensa grazie e miracoli. Con questa tecnica del parlare per brevi sintesi, gli Evangelisti rallentano la corsa dei dettagli narrativi, dei dialoghi e dei discorsi, e tuttavia non mancano nel testimoniare sia la storicità degli eventi, sia la teologia in essi evocata. Amen

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