“Rendici simili a te, che tutto conosci, donandoci la vera Sapienza” – Meditazione serale alla Casa di Miriam del 12 marzo 2023:
Sapendoci peccatori, ci rivolgiamo a te, Gesù. Un peccatore, infatti, ha due possibili strade da percorrere. L’una è quella di rimanere nel peccato, sia per affezione ad esso, sia per l’incapacità di uscirne. L’altra è quella di cercare rimedio in te, di essere liberato da quella condizione per tuo mezzo. Queste due strade si oppongono, ma una cosa hanno in comune: il peccato come contesto di appartenenza originaria. La prima strada è tuttavia apparentemente più agevole, poiché non richiede un coinvolgimento di coscienza in termini penitenziali; anzi, talvolta il peccato diviene la norma, al punto che uno nemmeno lo riconosce più come tale. E si vive così, come viene, passando i giorni e gli anni senza un particolare stravolgimento esistenziale. E anzi, capita di sentirsi persino dei “sapienti”, vivendo in tale modo. No. La strada che tu ci chiami a intraprendere – noi, per i quali sei venuto sulla terra e ci hai amati di un amore inconcepibile proprio perché segnati dal peccato, sino alla tortura di te stesso, affinché ogni peccato la smettesse ancora di agitarsi in noi – ebbene, questa strada è quella del pentimento, del ravvedimento e della continua ricerca di te come salvezza e liberazione dal peccato. Perché il peccato è l’opposto della tua volontà su di noi, il nemico della nostra esistenza creata, l’antitesi alla nostra vera gioia, la peggiore delle malattie che si possano acquisire, la più deleteria delle infezioni esistenziali. Peccato è lontananza da te, dalla tua bellezza che non ha eguali nel creato, è misconoscenza della Sapienza che comanda e dirige ogni cosa, è opposizione indebita alla divina onnipotenza, è umiliazione di se stessi al servizio del male, è un rinnegamento del proprio valore di creatura. Noi vogliamo, quindi, totalmente estirpare questa gramigna malefica dal campo buono della nostra vita, dove vogliamo che tu governi e risplenda su ogni cosa, dove invochiamo te come medicina e salute, come gioia e speranza, senza alcuna delusione possibile in questa stessa invocazione. Questo perché, se la “sapienza” di chi pecca si infrange contro il muro della superbia e diviene cenere, spazzata via dal vento e gettata chissà dove, la “sapienza” di chi si pente e cerca te è luce infinita che viene da Dio e a Dio conduce, elevando la mente, il cuore e la carne ad una condizione nuova, inaudita di bellezza, di pace e di armonia, sotto la potente tutela della tua amicizia e della tua compiacenza. Donaci dunque di pentirci, poiché dove c’è pentimento, c’è sempre il tuo perdono, qualunque sia il peccato commesso. E il tuo perdono, a differenza dell’altra strada, quella che segue chi vuole permanere nel peccato, non ha alcun muro davanti che possa infrangerne il percorso, né improvvise deviazioni nel cammino, ma ha te, il Pastore eterno alla guida, che conduce all’infinita gioia del tuo amore, alla pace immisurabile della tua dolcezza. Gesù, vieni a chiamarci al pentimento, vieni a spezzare il legame con il peccato in noi, vieni a salvarci da questa condizione di miseria spirituale in cui siamo, affinché diveniamo simili a te, lucenti, miti, forti nella speranza, grandi nella carità. Rendici simili a te, che tutto conosci, donandoci la vera Sapienza, la tua, te stesso, affinché non ci lasciamo sopraffare dalle inquietudini dell’esistenza, ma teniamo alto il nostro sguardo verso il Cielo, dove ci attende il premio eterno, l’eredità meritata dal tuo sangue. Liberaci dunque da ogni oppressione, Gesù, che possa debilitare questa nostra disposizione a te, ad essere anche noi dei tuoi, ad amarti come giusto che sia, ossia al di sopra di ogni umana realtà e di ogni umano affetto, poiché tu sei Dio, e vivi in eterno, e ci benedici con la tua santa protezione dal maligno. Amen
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