Risorto, perché creatore – L’esigenza guardiniana di “pensare il Cristianesimo”

Risorto, perché creatore – L’esigenza guardiniana di “pensare il Cristianesimo” – dal libro “L’essenza del Cristianesimo in Romano Guardini” – di Francesco G. Silletta – Edizioni La Casa di Miriam – Distribuzione Proliber – In libreria

“[…] “Pensare il Cristianesimo”, in Guardini corrisponde all’idea secondo cui “l’uomo deve purificare il suo pensiero per adattarlo al pensiero di Cristo” (cfr. Ivi, Il Signore), per meditare su quello che non è affatto teologicamente scontato, il concetto stesso di creazione. L’essenzialmente religioso, che Guardini attribuisce alla natura dell’atto creativo, esprime come all’origine di quest’ultimo vi possa solo essere un’istanza divina, un “pensiero” di Dio, per cui l’uomo stesso, nel proprio dispiegamento esistenziale, non potrà autonomamente conoscere la propria identità se non mediante uno svelamento divino. […] Ora, per Guardini, se Dio crea l’uomo, questo significa anche che “Dio ha fiducia che l’uomo saprà comprendere il significato di questo rapporto” ; Dio ha una tale stima dell’uomo conferendogli la possibilità di riconoscerlo al di là delle tensioni alle quali andrà incontro, conservando in se stesso un nucleo esistenziale che ogni volta gli renderà memoria della sua condizione creaturale. Questo grazie alla rivelazione che Dio fa di se stesso all’uomo, il cui punto fondamentale, a livello esistenziale, è proprio il fatto che “Dio ha un plurale”, cioè “è in se stesso comunità, perciò non ha bisogno di nessun mondo. In Lui stesso vi è dialogo eterno” . Senza questa Rivelazione l’uomo sarebbe heideggerianamente solo nel mondo, di fatto ne sarebbe schiavo: “La Rivelazione, al contrario, gli spalanca la presenza di un Dio personale nel mondo, nella sua esistenza. Con la sua chiamata, il rapporto io-tu con Dio è il rapporto fondamentale del suo esistere” . Questo significa l’esatto contrario, per l’uomo, della solitudine: io non sono solo. Ciò vale “essenzialmente”. Il fatto stesso che “io sono” è già una risposta a Colui che mi dice: “Tu sii”. L’orizzonte singolare dell’uomo viene allora dischiuso, presentato come un orizzonte comunitario. Questo in virtù di un’ermeneutica della totalità, un vincolo d’amore con cui Dio traduce all’uomo il proprio esistere nel mondo: Gesù Cristo, “attraverso cui Dio arriva all’uomo in maniera da conquistarlo nel proprio intimo, risolvendo, schiudendo, liberando, trasformando, mutando: con la grazia” […]”

(Francesco G. Silletta – “L’essenza del Cristianesimo in Romano Guardini” – Collana Teologia – Edizioni La Casa di Miriam – Distribuzione Proliber – Disponibile in libreria – Tel. 340-5892741) – www.lacasadimiriam.altervista.org

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