“Sempre al cospetto di Dio” (cf. Esodo 20,3)
Il comando di non avere degli dèi al cospetto di Dio, dato anticamente, oltre che essere valido tuttora, può anche essere inteso in un senso capovolto, ossia: siamo al cospetto di Dio, lo siamo sempre, finché viviamo in questa terra. Non c’è attimo della nostra giornata nel quale non siamo sotto lo sguardo di Dio, che visita i suoi figli, li assiste e li contempla. Mai pensare che Dio non veda qualcosa di noi, anche a livello di pensiero, che è pure una cosa creata da Dio e quindi a lui sottomessa. Pensiamo ad esempio al solo giorno di oggi, a quante circostanze sul lavoro, per la strada, nel privato o chissà dove, nelle quali abbiamo dubitato o comunque non abbiamo pensato di essere dinanzi a Dio. In molti casi non facciamo caso a ciò che è verità di creazione: Dio ci vede costantemente, interviene nella nostra esistenza, ci dà il modo di avvertire la sua presenza, ci chiama a colloquio con lui nello spirito. Lo desideriamo, tutto questo? Siamo consapevoli di tutto ciò? Se ci misuriamo con il giudizio del mondo, pare vero il contrario. Il mondo insegue la materia, le cose tangibili, la carne, il guadagno, il successo, la gioia della terra. In tale contesto, che Dio vede benissimo, Egli tuttavia può apparire assente. Ma non lo è affatto, sebbene l’uomo faccia di tutto per allontanarsi da lui. Convincersi di una cosa, è il modo più semplice per pensare che sia vera. Convincersi che Dio non veda – come ripetono molti salmi – è la via più breve per credere che Egli non ci sia. E di conseguenza, pensando che Dio non veda e che non intervenga, tutto diviene agevole in ciò che ne contraddice la verità di volontà. Questa è la via di Satana. Noi vogliamo invece abolire – poiché abbiamo fede in Dio – ogni “deità” autocostruita dall’uomo per crearsi un mondo senza Dio. Non esiste, infatti, alcun mondo “senza Dio”, e tutto a lui è soggetto, anche l’indifferenza umana nei suoi riguardi. Perciò è conveniente stare in un continuo, intimo e interiore, stato di comunione con Dio, sia esso estrinseco nella preghiera, sia esso intrinseco alla vita spirituale. Tutto vede Dio, e al momento opportuno ci trasferisce dall’attimo della terra all’eternità, sia essa quella del Cielo – se ritenuti degni – sia essa quella della dannazione, se tutto ciò che Dio ha fatto per noi non ha avuto alcun riscontro nella nostra esistenza umana. Siamo opera di Dio, la più eccelsa fra quelle create, tanto da meritare il dono del Salvatore in una carne umana. Non abbiamo quindi alcuna carenza possibile, avendo in noi il Tutto della carne stessa del Dio-uomo, che possa giustificare la nostra volontaria non adesione a Dio. E tutto è un attimo, di ciò che vediamo. Dio invece è eterno, e noi con lui, se vogliamo la sua eternità d’amore. Le difficoltà sono delle prove che possiamo superare mediante la fede nel Cristo, che tutto ha patito anzitempo per noi, e mediante il soccorso materno di sua Madre, rifugio dei peccatori. La salvezza diviene quindi possibile, purché non siamo noi stessi ad abolirla mediante l’intromissione di falsi dèi, il cui nome è molteplice ma il cui autore è il medesimo, il Maligno nemico della salvezza dell’uomo. Amen
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