“Solo chi crea il tempo, può rimuoverlo dalla coscienza, come se non ci fosse mai stato”

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“Solo chi crea il tempo, può rimuoverlo dalla coscienza, come se non ci fosse mai stato” ***

Quando uno pensa di non valere nulla, o di avere vissuto malamente la propria vita; quando uno si sente solo, o soltanto non avverte nessuno simile a lui a livello esistenziale e perciò si dichiara escluso; quando uno avverte l’esperienza del dolore, della malattia, delle incomprensioni familiari, del tempo che passa veloce, e si riconosce impotente dinanzi a ciò che lo sovrasta, e che talvolta lo opprime, soltanto Gesù è capace di dire: “Ti amo immensamente, così come sei”, e con questo amore infondere allo spirito un misterioso e indefinibile innalzamento, quasi che tutto ciò che è stato prima, fosse anche solo un istante prima, appartenga adesso non solo al passato, ma ad una entità di tempo che mai più può ritornare come presente alla sua coscienza. Solo chi crea il tempo, infatti, può rimuoverlo dalla coscienza, come se non ci fosse mai stato. E tutto quel tempo vissuto male, o tutto quel tempo speso nella confusione e nell’incomprensione della verità della vita, non è più solo dimenticato, ma si percepisce che non c’è mai stato. Gesù può ogni cosa, anche questa sospensione ed annullamento del tempo, se uno nel pentimento e nella fede gliela domanda. Chi è venuto per salvare ogni persona, infatti, desidera che la sua opera di salvezza sia davvero efficace in ognuno, non soltanto in qualcuno o tantomeno per nessuno. Se poi quest’opera di salvezza è costata la vita del Salvatore, mediante una morte terribile, tanto di più è ovvio che la volontà di chi ha patito per salvare sia che la sua salvezza si estenda su ognuno e che nessuno vada perduto. Guardare a Gesù nella sua umanità ci aiuta a capire come non sia mai troppo tardi per iniziare a vivere, fossimo pure al tramonto della vita, anche avessimo cosparso questa vita di peccati o di errori di ogni tipo: se Gesù chiama alla salvezza, alla salvezza si deve rispondere. E Gesù ci chiama umanamente, conoscendo le nostre debolezze umane, ciò che siamo capaci e incapaci di comprendere, la nostra sensibilità su certe cose, le nostre difficoltà umane, tutto ciò che siamo. E alla luce di tutto questo, lui umanamente opera per salvarci. In tal senso, se la salvezza è la medesima per tutti, essa è distinta per ognuno nel suo modo di essere svelata. Ad alcuni la parola del Vangelo, ad altri una parola evocata nel cuore, ad altri un’intuizione, un soffio di speranza, un incontro inatteso, un evento illuminante, un fatto nuovo. Infinite sono le dolcissime forme con le quali l’umanità di Gesù viene a salvarci da noi stessi, da un esito infamante per la nostra vita, e lo fa senza mai forzare il nostro cuore, senza imporsi in alcun modo come despota dell’anima, ma unicamente mediante se stesso, che è dolcezza incarnata, verità che conquista, amore che trascende ogni limite del nostro cuore. La vita non ha mai, quindi, una destinazione negativa, anche quando l’apparenza del dolore la reclude o la preclude rispetto ad una elevazione di natura celeste. Vi è sempre una spiegazione sapiente dinanzi a qualsiasi evento, e l’umanità di Gesù è la spiegazione ultima ad essa, anche quando sembra impossibile capire il perché di tante cose. Tutto questo si compie in modo sublime quando l’anima, a prescindere da tutto ciò che essa abbia amato, cercato, costruito nell’umana esistenza, diventa adesso umile, piccola, indietreggiando rispetto a tante condizioni che prima – superbamente – poneva come barricate davanti a se stessa. Se Gesù passa dalle porte chiuse, può agire allo stesso modo con il nostro cuore; ma molto più dolce è il suo ingresso in noi, se siamo noi stessi ad aprirgli la porta, ad accogliere quell’Uomo che come un mendicante d’amore vuole donare la salvezza bussando dolcemente alle nostre resistenze, fasciando lui stesso le ferite del nostro cuore e conducendoci lentamente, ma con convinzione e sicurezza, verso destinazioni di luce e di pace che non conoscevamo, perché segnati dal dolore o dal rifiuto di ciò che non ci pareva possibile e per questo non desiderabile per noi. Gesù è la potenza più potente di ogni nostra paura, di ogni cattivo pensiero o ricordo, di ogni vissuto o desolazione, di ogni peccato. E se lui passa, al contempo non passa – nel senso che non muore mai – il suo attaccamento a noi; passa da noi, ma non ci lascia mai, a meno che non siamo noi stessi, indefettibilmente, a mandarlo via da noi. Amen

*** F.G. Silletta – Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam – Tel. 3405892741

 

Pubblicato da lacasadimiriam

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