Sul verbo “legare” (greco “deó”) e sulle “legature diaboliche Lc 13,11-13

Jesus heals the bent woman Painting by JS Humfleet | Saatchi Art

Sul verbo “legare” (greco “deó”) e sulle “legature diaboliche – Iniziamo leggendo il testo di Lc 13,11-13:

“Ecco una donna, che da diciotto anni aveva uno spirito che la rendeva inferma, ed era tutta curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi. Gesù, vedutala, la chiamò a sé e le disse: «Donna, tu sei liberata dalla tua infermità». Pose le mani su di lei, e nello stesso momento ella fu raddrizzata e glorificava Dio”.

In questo passo del Vangelo, si dice che Gesù guarì una donna che uno spirito immondo “legava” in senso corporale. Dal prosieguo del testo, qui non citato, sappiamo che questa “legatura” è durata per 18 anni, tenendo curva quella donna su se stessa. Luca sa bene discernere tra una malattia e l’altra, essendo un medico, e sebbene in questo caso la patologia sembri non appartenere a quelle tipicamente “diaboliche”, sottolinea invece due volte come sia uno spirito immondo, lo stesso Satana, a generare questa infermità della donna (greco “edesen”).

La sollecitudine di Gesù nel guarire quella donna – che lo conduce a soprassedere il riposo sabbatico – è dunque più una sollecitudine di tipo teologico che non immediatamente medico: Gesù vuole liberare quella donna dal dominio di Satana su di lei più ancora che non raddrizzare la sua schiena.

Il linguaggio ivi utilizzato è quello tipico di una “legatura”. Luca usa infatti lo stesso verbo “deó”, che significa appunto “legare” e che molto più avanti utilizza per dire di un asino “legato” che servirà a lui per andare a Gerusalemme (19,30). Lo stesso verbo è utilizzato anche da Giovanni, quando descrive Lazzaro resuscitato da Gesù, “legato” con bende ((Gv 11,44) , ma anche quando descrive le fasi del processo di Gesù, a sua volta “legato” (cf. Gv 18,12.24) e poi sepolto con “legature” (19,40).

Matteo aggiunge un uso più teologico a quelli citati, quando cita la consegna a Pietro delle chiavi del regno dei Cieli e il suo potere di “legare” e di “sciogliere” (cf. Mt 16,19), ma soprattutto quando usa lo stesso verbo, in 12,29, per descrivere l’impossibilità di entrare in casa di un uomo forte se prima costui non viene “legato”. Quest’ultimo caso assomiglia, fra i vari, più di tutti a quello della donna curva, poiché anch’essa ha avuto qualcuno che è entrato in lei (Satana) e l’ha legata con violenza, rubandole il bottino della sua libertà di movimento (e forse anche quello della pace interiore).

Luca pensa evidentemente a questo tipo di azione quando racconta di questa donna e dell’immediata liberazione operata in lei da Gesù, senza che Gesù stesso temesse in alcun modo le inevitabili invettive dei farisei e degli scribi che, ipocritamente, lo accusavano di aver violato il sabato.

Amen

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Pubblicato da lacasadimiriam

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