Sull’antica Ippo e la possibile moltiplicazione dei pani e dei pesci in loco
Sita 2 km ad est del Lago di Tiberiade, Ippo era un’antica città pagana della Decapoli, distrutta da un terremoto nell’anno 749. Per alcuni studiosi, sarebbe forse questa la “vera” località dove avvenne la moltiplicazione dei pani e dei pesci, anziché Tabgha, come invece vuole la tradizione (Tabgha è sulla costa occidentale del lago di Galilea, quindi tutto sull’altro versante). Si deve tuttavia ricordare che – nonostante tutte le difficoltà esegetiche poste negli anni – i Vangeli menzionano due moltiplicazioni dei pani e dei pesci, e non si capisce perché si debba necessariamente pensare ad un doppione narrativo. Molte sono infatti le differenze evocative, narratologiche, storico-contestuali e teologiche tra i due racconti, per cui non vi sono fondamentali obiezioni all’idea che due volte Gesù abbia compiuto questo miracolo. Se uno pensa a Gesù secondo la sua “umanità” – ovviamente l’umanità del Verbo divino – allora non è così difficile pensare che, quando manchi il pane in una data situazione sociale, Gesù provveda a modo suo, e forse anche in più di una singola circostanza. La lettura dei Vangeli a nostro avviso oggi manca un po’ del senso “umano” di Gesù, attento alle esigenze del singolo come delle folle, e questo in modo “viscerale”, come evidenzia quel verbo greco “splanchnizomai”, che esprime nei Vangeli l’atto di commozione di Gesù dinanzi a quanti lo seguivano e avevano fame.
In tal senso, forse la stessa Ippo fu realmente un luogo di grazia e di miracolo, sebbene città pagana. Quanto alcuni pagani abbiano amato Gesù, non siamo noi a scoprirlo, e nemmeno l’ipotesi che, per una necessità teologica (convertire i pagani) Gesù abbia dato un segno sensibile come quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Alcuni ritrovamenti in loco testimoniano una fede in tal senso e forse l’avvenuto miracolo nell’antica Ippo. Ma questo non deve togliere nulla alla tradizione che vuole questo miracolo avvenuto a Tabgha, dove pure alcuni ritrovamenti e studi hanno indotto a questa ipotesi. Il motivo è quello appena detto: Gesù operava dei segni affinché si potesse credere in lui in contesti difficoltosi, nei quali la fede, senza quei segni, non poteva germogliare. E la moltiplicazione dei pani e dei pesci non risulta poi così strana, se ripetuta secondo questa finalità teologica.
Amen
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