Sull’importanza dell’Incarnazione nel quarto Vangelo

Sull’importanza dell’Incarnazione nel quarto Vangelo

Il quarto Vangelo si sofferma in un modo particolare su uno dei misteri fondamentali della nostra fede: l’Incarnazione del Verbo di Dio. Siamo abituati ormai a sentire formulata questa espressione in questi termini, senza però meditarla secondo la profondità del suo significato, e non solo il significato teologico, ma direttamente “storico”, potremmo dire “umano”. Se Dio si fa carne, infatti, e lo fa mediante il Figlio, allora la carne umana assume tutto un altro ordine di valore, cui l’uomo stesso deve attenersi, salvo screditare se stesso rispetto al proprio, autentico, senso creaturale.
Non avendo bisogno Dio, di per se stesso, di un simile atto, esso va totalmente indirizzato al bisogno dell’uomo, ove “carne” ne evoca in generale la sua stessa ontologia: è l’uomo cioè ad avere bisogno, evidentemente senza rendersene affatto conto, che ciò che lo costituisce essenzialmente venga rinnovato, non per attività propria, ma divina, cioè per un intervento diretto di Dio che ne purifichi la condizione, ne rinnovi la forma, ne ricostituisca il valore, ne assuma l’essenza. Ciò comporta però una reintroduzione storica dell’uomo stesso nel creato, secondo una rinnovata natura: vi è infatti proprio questa assunzione “carnale” da parte del divino a stabilire, per lui, il suo incontro con la redenzione. In tal senso è giusto sottolineare come la passione di Cristo incominci con l’atto stesso dell’incarnazione. San Paolo lo evidenzia bene nei termini di una “umiliazione”, poiché a ciò corrisponde la volontà divina di “abbassarsi” entro un umano contenuto ontologico. Ivi la redenzione dell’uomo, al di là della sua coscienza rispetto a tutto ciò, corrisponde ad un profondo, “passionale”, avvilimento divino, del quale gratuitamente egli dispone: per mezzo di esso, infatti, gli viene offerto a sua volta un innalzamento di incommensurabile portata: l’adeguazione al divino secondo l’ordine perfetto della sua disposizione sul creato.
Quanto saggia ed ispirata sia, in tal senso, la scrittura giovannea così focalizzata sul mistero dell’Incarnazione, è un dono a sua volta da scoprire, da parte nostra, leggendo, meditando, immergendoci continuamente fra le splendide pagine del quarto Vangelo, fonte di verità e di vita.
Amen

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Pubblicato da lacasadimiriam

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