Un breve estratto dal nostro libro: “Guarire con Maria” – Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam

Un breve estratto dal nostro libro: “Guarire con Maria” – Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam ***
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“Se è veramente una guarigione il termine della nostra supplica a Dio, è chiaro che essa esiga da noi una piena accettazione dell’altro, in sé e per sé, amico o nemico, ossia indipendentemente dal beneficio o maleficio che, per qualsiasi ordine di ragione, egli possa avere esercitato su di noi e sulla nostra esistenza. Alcune tracce interiori dell’odio, dell’antipatia, dell’ira e del rancore, infatti, rappresentano istanze difficilmente cicatrizzabili in seno alla nostra attitudine volitiva e perciò costituiscono una forza polarmente opposta rispetto al nostro cammino spirituale. Per quanto esse si annidino nascoste e sembrino estranee alla nostra visibilità esteriore, non sfuggono mai allo sguardo divino, capace di penetrare più di noi stessi le profondità del nostro cuore. Evitiamo perciò il deleterio concorso di frapposizioni rumorose prodotte dall’inquietudine, dalla rabbia o dal risentimento. Difendiamo la nostra purezza interiore debellando alla radice qualunque moto dell’anima avverso alla nostra crescita spirituale.

Non ha alcuna fecondità il fatto di recitare una o più preghiere di guarigione se nella nostra anima continuiamo ad alimentare delle emozioni antitetiche o avverse rispetto al puro ordine della pace, della concordia, del perdono e della riconciliazione con il nostro prossimo. Gesù stesso ci ammonisce di non porre mai un’altra priorità spirituale innanzi alla nostra pacificazione con chiunque consideriamo nel nostro cuore come un nemico della nostra esistenza: “Se presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e vai prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono” (Mt 5,23-24). La parenesi di Gesù è riferibile pure alla nostra preghiera di guarigione. Se molte persone, infatti, fra tutte quelle che supplicano Dio per ottenere misericordia in ordine alla sofferenza fisica o interiore, acquisissero coscientemente queste parole di Gesù prima di professare la loro supplica, certamente risulterebbe distinto il loro relativo ordine di efficacia, perché il rancore, l’ostilità e l’inimicizia sono istanze inconciliabili con l’attività propria della grazia divina.

Ecco ripresentarsi nuovamente l’esigenza di un confronto interiore con noi stessi. Il salmista è molto attento, a tal proposito, a suggerirci di supplicare la divina misericordia in riferimento a ciò che spesse volte, proprio in quanto non siamo disposti interiormente all’economia del perdono, sfugge alla nostra autocoscienza: “Assolvimi dalle colpe che io non vedo” (Sal 18,13). Fra le più comuni negligenze della nostra vita spirituale esiste in diverse circostanze proprio il non abbattimento di certi muri spirituali rispetto a determinati nostri fratelli, talvolta addirittura a persone della nostra stessa famiglia. […]”

 

*** tel. 3405892741

Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam

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Pubblicato da lacasadimiriam

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