“Vogliamo ringraziarti di ogni nostro dolore, come offerta espiatoria delle nostre colpe passate”

“Vogliamo ringraziarti di ogni nostro dolore, come offerta espiatoria delle nostre colpe passate” – Meditazione serale alla Casa di Miriam del 2 maggio 2023 – Dalle 21 dopo il Santo Rosario – Il testo:

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Pietà di noi, Gesù, di tutto ciò che di noi ha offeso te, dall’uso della ragione a questo momento. Spesso ci mettiamo alla tua presenza, domandandoti grazie e favori, senza tuttavia renderci conto affatto, o solo in parte e in modo molto evasivo, di quanto siamo immeritevoli, allo stato in cui siamo, di ricevere da te una grazia. Il peccato, infatti, ancora si espande in noi nei suoi effetti, nel nostro soltanto relativo pentimento, nella nostra ancora insufficiente espiazione nelle buone opere, e tuttavia siamo lì a domandarti di ricevere questo o quello da te, senza peraltro domandarci se sia davvero utile e buono per noi, e comunque senza domandarti in primo luogo ciò che più ci occorre, cioè la nostra purificazione integrale. Se non siamo purificati interiormente, infatti – e per esserlo dobbiamo guardare con abominio il peccato e ogni volta che ad esso ci siamo piegati con compiacenza – come possiamo mai avvicinarci a te, che sei Purissimo? Aiutaci allora tu, mediante lo Spirito Santo, ad essere consapevoli in quanto al peccato, della gravità della sua presenza e della sua reiterazione in noi, come volontario disprezzo della tua santità e allontanamento da te, senza il quale non possiamo nulla in questa vita. Il dolore spesso è una conseguenza dei nostri atti, mediante il quale tu – e questa è già una grazia – ci purifichi nella sofferenza e non permetti al peccato di assumere l’autorità che in sé esso rivendica – in quanto servito da noi – su noi stessi. Tu conosci ogni cosa e sai quando e se occorre esaudire una nostra intenzione, secondo il modo in cui te la poniamo. E tuttavia la grazia che noi oggi riteniamo più necessaria è questa: la coscienza della nostra condizione di peccatori, l’inammissibile ed inadeguata – per dei figli di Dio redenti dal tuo sangue – condotta che abbiamo posto in essere per un numero reiterato di volte. E ci siamo anche lamentati davanti a un tuo presunto silenzio dinanzi alle nostre richieste, sebbene esse non fossero altro che umanissime pretese di questo o di quello, infarcite di vanità e di superbia, di carnalità e di spirito del mondo, giungendo persino a dubitare di te qualora tu non ci avessi esaudito al modo in cui te lo chiedevamo. Questo modo di pregare non è cristiano, Gesù, non è quello che tu ci hai insegnato mediante gli Apostoli. E noi ci vergogniamo profondamente del modo pagano di rivolgerci a te, quale presunto “arbitro” dei nostri contenziosi umani, quale risolutore “straordinario” delle nostre passioni e umane vanità. Quanta miseria in noi, nella nostra vita spirituale, hai dovuto sopportare, senza tuttavia fulminarci – come talvolta meritavano i nostri atti, anche quelli spirituali – ma pazientando misteriosamente, affinché cambiassimo il nostro modo di rivolgerci a te, mediante una più sapiente conoscenza di Dio e della sua santità. Ora ci pentiamo vivamente di tutto quello che ti ha strumentalizzato al modo di un oggetto, siamo amareggiati dell’intendimento soltanto utilitaristico che abbiamo avuto di te, di tutta la superficiale partecipazione alla tua passione che ti abbiamo manifestato negli anni, vivendo molto più legati al mondo che a te. E per manifestarti che ora siamo sinceramente pentiti di tutta una vita spesa nella miseria mondana, dalla quale tu avresti improvvisamente potuto chiamarci a giudizio dinanzi a te, vogliamo ora ringraziarti di ogni nostro presente dolore e delle croci che oggi viviamo, come offerta espiatoria delle nostre colpe passate, mai pienamente riconosciute e quindi mai davvero espiate. Pietà di noi, Gesù, tu che sei misericordia, e pietà anche di quanti vivono come se tu non ci fossi, o ti intendono alla maniera dei pagani, senza uno specifico atto di contrizione del cuore prima di rivolgerti qualsiasi richiesta di grazia. Donaci un continuo aumento della fede, poiché è mediante la fede che otteniamo la nostra salvezza e veniamo liberati dagli egoismi spirituali e dai qualunquismi nella conoscenza della verità di Dio. Amen

Edizioni Cattoliche  La Casa di Miriam
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