Maria, la Madre

Madonna

 

Maria, la Madre

Le persone che hanno un minimo di confidenza con il mondo accademico della Teologia, dalle Pontificie Università, agli Istituti Superiori di Scienze Religiose, passando per le Facoltà Teologiche delle Università Cattoliche o altri Atenei ancora, ebbene, si saranno rese conto del posto riservato agli studi cosiddetti mariani, nonché, si presume, della qualità dei medesimi. Ora, rispetto al primo punto, la risposta non può che essere obiettivamente la seguente: l’ultimo posto. Nonostante si trovino, soprattutto negli Atenei Pontifici, tantissime discipline, spesso così sofisticamente tecnicizzate da non capire talvolta a quale reale orientamento appartengano (dogmatico, morale, spirituale, biblico, liturgico), il contenuto mariano è relegato ad una risicata porzione disciplinare. La stessa titolazione della disciplina è assai ambigua: MARIOLOGIA. Non sarebbe più grazioso e decoroso parlare di una TEOLOGIA MARIANA, così come per esempio si parla di TEOLOGIA FONDAMENTALE (e non di “Fondamentologia”), oppure di TEOLOGIA MORALE (e non di “moralogia”)?

Dal punto di vista, poi, dei contenuti, l’osservazione conduce ad esiti ancora più scabrosi, soprattutto alla luce del duplice secolo mariano che ha contraddistinto la nostra epoca, a partire probabilmente dalle apparizioni del 1830 a S. Caterina Labouré. Quali sono, concretamente, questi contenuti? Sostanzialmente due: Maria nell’Antico Testamento (il primo) e Maria nel Nuovo Testamento (il secondo), con eventuale sintesi dogmatica delle due prospettive bibliche. Se si è fortunati, poi, si raggiunge anche una minima competenza, se non altro mnemonica, rispetto ai cosiddetti dogmi mariani.

Santuario della Consolata - Torino

Ora, provando ad interpellare alcuni fra gli stessi docenti universitari, magari noti come grandi biblisti, o grandi dogmatici o altro ancora, relativamente ad argomentazioni mariane, si rischia di cadere in una nube di fumo:

“Su questo argomento non deve interpellare me” – è la risposta classica – “Io mi occupo di Liturgia”, oppure “Io sono esperto di Teologia Trinitaria” – o ancora – “Io non sono un Mariologo” – e via dicendo. Quasi come se la competenza teologica, che molti rivendicano con saccenza attribuendola a se stessi, non fosse fondata a livello basico o potesse prescindere da contenuti mariani.

La domanda allora è questa: si può essere un Teologo, insegnare in ambiziose Università, promuovere o dirigere Dipartimenti di Ricerca, avendo una generale TABULA RASA rispetto ai contenuti mariani fondamentali? Si può, ancora, insegnare la stessa cosiddetta “MARIOLOGIA”, senza avere la minima cognizione degli ultimi due secoli di eventi mariani, di mistica mariana, di santi mariani, di apparizioni mariane?

Limitare la disciplina mariana ai grandi teologi medievali, come fanno molti (Tommaso d’Aquino, Bonaventura e Duns Scoto fra tutti), dimenticando, anzi, estromettendo tout-court dalla cognizione scientifica (e non fiabesca) veri e propri manuali contemporanei di mariologia, come ad esempio la più ripudiata ed al contempo la più “teologica” di tutte, come quella di Maria Valtorta, ci pare pura ambizione e vanità, poiché la conoscenza mariana è profondamente mutata nel corso dei secoli, a partire dal troppo dimenticato Luigi Maria Grignon de Montfort, passando per lo stesso Giovanni Paolo II, sino al troppe volte discusso Laurentin.

Croce Blu

Lasciando a margine le apparizioni di Medjugorje, giudicate “follia” nel contesto del razionalismo accademico, ci pare di osservare una completa ignoranza di fondo, proprio presso gli addetti ai lavori, rispetto alla figura di Maria. Una ignoranza che inevitabilmente si ripercuote a valanga nel popolo dei fedeli.

Si pensi alle omelie udite in questi giorni, dove si sono alternate, solo negli ultimi due mesi, diverse festività e solennità mariane: il SS. Nome di Maria, per esempio, La Madonna di Guadalupe, e soprattutto l’Immacolata Concezione. I predicatori sembrano rimasti fermi a un tempo non ben definito del sapere mariologico. Maria è sempre menzionata come l’Icona della Chiesa, la sua prefigurazione, il suo Simbolo, è mai per ciò che ella stessa, storicamente, primariamente è: la Madre di Gesù.

Gli stessi testi biblici profondamente mariani, come ad esempio Ap 12, vengono minimizzati in prospettiva simbolica ed ecclesiale, lasciando di fatto “al di fuori” la stessa figura di Maria in senso proprio.

Andiamo poi a vedere i grandi manuali teologici. Stiamo certi di trovare probabilmente un capitolo su Maria, ben posizionato, ovviamente, all’ultimo posto. Lo stesso Vaticano II, del quale si cantano le lodi per una oggettiva rivalutazione mariana, si è preso cura di dedicare nel suo più importante documento (Lumen Gentium) un capitolo sulla figura di Maria, ovviamente in ultimissima posizione, soltanto “dopo”, ad esempio, l’ampia dissertazione circa il significato ed il ruolo dell’Episcopato.

La prospettiva, dunque, ci pare abbastanza triste. Siamo il popolo cattolico e Maria meriterebbe una riscoperta assai più profonda della timida devozione ecclesiale che le viene concessa, al di là del culto e della stessa devozione popolare.

Molti, poi, hanno il solito quanto ingiustificabile scrupolo di scalzare il Cristo, “unico mediatore”, dal suo ruolo centrale di Redentore qualora si esaltasse “troppo” la figura di sua Madre. Una definizione di questo tipo, molto comune peraltro, è l’esatta attestazione di una cultura mariana gravemente superficiale presso l’ambito teologico cattolico. Non a caso, questi due secoli di apparizioni mariane, sembrano confermare l’esatto contrario: Maria è Mediatrice, Avvocata, Corredentrice.

Assunta

Un ultimo e doveroso passo, infine, ci pare quello di analizzare la preparazione degli Insegnanti di Religione delle Scuole Italiane in ambito mariano. Qui si aprirebbe un discorso a sé, di difficile valutazione oggettiva, perché si tratta di una realtà coperta da un alone di mistero.

Certo è che se i giovani ricevessero una formazione mariana, proposta da persone capaci di unire coerenza esistenziale e preparazione didattica, probabilmente molte delle loro profonde crisi valoriali troverebbero una nuova prospettiva di significato.

Chi dunque invocare affinché arrivi un avvento mariano in questa nostra così poco “materna” concezione del divino?

In primo luogo ci appelliamo a coloro che hanno delle responsabilità di ordine ecclesiale: fate in modo che Maria si studi, che si leggano, si meditino, si imparino e si insegnino non solo quei pochi brani che comunemente vengono definiti come “mariani”, ma l’intera Sacra Scrittura, perché tutta la Scrittura parla di Maria! Fate ancora in modo che i giovani conoscano la figura storica di Maria, l’ambiente geografico, culturale e religioso in cui visse, la sua singolarità non solo rispetto alle donne del suo tempo, ma in assoluto rispetto a tutte le figure religiose di ogni tempo e luogo. A Maria non interessano le nostre “coccole melense”, di quelli che “un posticino per lei lo trovano sempre nei loro scritti”, ma la nostra fede, la nostra adesione, i nostri appelli, la nostra vita!

Ancora, non si possono trascurare due secoli di apparizioni mariane, da ultime quelle di Medjugorje. E’ analfabetismo teologico, questo, e non invece “prudenza valoriale”, come la chiamano alcuni. Studiamo Maria. Invochiamo Maria. Facciamo conoscere Maria.

E facciamolo gratis, sempre e dovunque gratuitamente! E facciamolo sempre e dovunque con umiltà, senza saccenterie, senza sipari televisivi, senza telecamere, senza video suggestivi o comizi per intellettuali, senza listino prezzi, senza palcoscenici o teatrini oratoriani. Facciamolo “in ginocchio”, pubblicamente o privatamente che sia, ma con riserbo interiore, preparazione intellettuale e discrezione spirituale.

Maria non è una star, ma la Madre di Dio. E Dio ama sua Madre ancor prima di crearla, la ama eternamente nel proprio Pensiero. E ce la dona per salvarci. Quindi smettiamola con questo subdolo atteggiamento di mistificazione mariana, ma piuttosto gettiamo le fondamenta per una nuova generazione di persone innamorate della Mamma, disposte a difenderla, a diffonderla e a proteggerla.

Fonte: Francesco Gastone Silletta – La Casa di Miriam – Torino

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Maria, è Natale. Tu sai tutto, perché sei Sede della Sapienza.

Illumina le nostre menti, i nostri cuori, il nostro spirito, perché diventino tuo tempio, tua dimora,

la tua casa.

Prendici come tue ancelle, come tuoi apostoli, e fa di noi il tuo popolo, i tuoi testimoni, la tua eredità.

Fallo adesso, Maria, che viene Gesù. Noi ti preghiamo. Amen

Asia Bibi
Continuiamo a pregare per la liberazione di Asia Bibi,
la donna Pakistana arrestata e condannata a morte con l’accusa di blasfemia.

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Pubblicato da lacasadimiriam

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