La Trinità – Dal capitolo 15 – S. Agostino

La Trinità, dal capitolo 15, di S. Agostino ***

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[…] non tutto ciò che si dice di Dio lo si dice sotto l’aspetto della sostanza come quando lo si afferma buono e grande e gli si danno altri simili attributi. Si dice anche sotto l’aspetto della relazione, ossia non rispetto a quello che è in se stesso, bensì rispetto a qualcosa che non è l’assoluto in Dio; per esempio quando si dice Padre in relazione al Figlio o si dice Signore in relazione alle creature che lo servono. Se queste attribuzioni relative hanno anche un riferimento al tempo come nell’invocazione del Salmista: Signore, tu sei divenuto per noi un rifugio, allora non è che a Dio accada qualcosa che lo faccia cambiare, ma egli rimane assolutamente immutabile nella sua natura o essenza . Nel libro sesto mi sono chiesto in che senso Cristo sia stato chiamato dall’Apostolo forza di Dio e sapienza di Dio, differendo a più tardi, per studiarla con più diligenza, la seguente questione: si deve dire che Colui che ha generato Cristo non è egli stesso sapienza, ma soltanto Padre della sapienza, o, al contrario, che egli è sapienza che ha generato la sapienza? Ma qualunque sia la risposta a questa alternativa, anche in questo libro appariva l’uguaglianza della Trinità, e come Dio non è triplice, ma Trinità, ed apparve che il Padre e il Figlio non sono qualcosa di duplice in rapporto allo Spirito Santo, realtà semplice, là dove i Tre non sono un qualcosa di più che uno solo di loro. Si è anche discusso come si possa intendere l’espressione del vescovo Ilario: L’eternità nel Padre, la bellezza nell’Immagine, la fruizione nel Dono. Nel settimo libro si spiega la questione che era stata differita e si giunge alla conclusione che Dio, in quanto ha generato il Figlio, non solo è il Padre della sua forza e della sua sapienza, ma è anche lui stesso forza e sapienza, come pure lo Spirito Santo, ma tuttavia non ci sono tre forze o tre sapienze, ma una sola forza ed una sola sapienza, come vi è un solo Dio ed una sola essenza . Poi mi sono chiesto in che senso si parli di una sola essenza e di tre Persone o, come dicono alcuni scrittori greci, di una essenza e di tre sostanze, e ho risposto che sono le esigenze del linguaggio che vogliono che noi facciamo ricorso ad una sola parola per rispondere alla domanda: “Che cosa sono questi Tre?”, perché noi confessiamo con piena verità che sono tre: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. […]”

 

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