L’intelletto da solo non salva lo spirito: è la volontà che ci salva
La conoscenza intellettuale di Dio – anche la più raffinata – non garantisce in alcun modo l’ottenimento del regno di Dio, cioè la salvezza. È la volontà dell’uomo il fondamentale momento di adesione a Dio che fa regnare Dio stesso in noi, donandoci in tal senso la salvezza. Non che la conoscenza intellettuale non sia importante; essa ha un valore immenso, poiché suggerisce le vie, infonde la luce, prospetta gli itinerari per amare Dio e, nell’amore, salvarsi. E tuttavia, pur importantissima, non è mai decisiva nell’uomo. Solo la volontà, e una volontà ferma, costantemente purificata dalla grazia, dispone l’uomo concretamente sulla via della salvezza. Il regno di Dio, infatti, viene a dimorare solo in chi “vuole” questa dimora divina e non soltanto in chi intellettualmente la conosce. L’intelletto, da solo, non ottiene la fede che salva. Conoscere anche alla perfezione le Scritture, da solo non salva. La volontà, invece, è quell’atto di adesione al divino che lo introduce in modo salvifico nella propria realtà umana, salvandola. È il “sì” umano, questa volontà, alla stessa volontà salvifica di Dio. Non illudiamoci, quindi, che l’intelletto possa servire alla salvezza eterna in modo autonomo. Ci sono grandi intelletti, nel mondo, che non hanno poi la volontà di aderire a ciò che Gesù Cristo rivela, e in alcuni casi, si perdono. Gesù per primo ha voluto – nonostante il suo intelletto divino – obbedire al Padre. Noi, che non abbiamo il suo intelletto, impegniamoci con la volontà a voler obbedire a lui. Amen
*** Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam
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