Il fiume Giordano e la dinamica del Battista
Il Battista non rimase sempre nello stesso punto a battezzare. Il Vangelo di Giovanni di suo lo pone in due luoghi distinti. Ma non furono soltanto quelli (cioè Betania ed Ennòn) gli unici luoghi da lui frequentati. La locazione del suo battesimo ha avuto un dinamismo continuo, per un motivo molto semplice e facilmente intelligibile: anche il Battista – e prima di Gesù, dunque anche in questo sua “prefigurazione” – è stato a lungo perseguitato, offeso, rinnegato e, da ultimo, come sappiamo, giustiziato. Il Giordano, nel suo scorrere omogeneo, porta i segni teologici di questa cinetica del Battista: la sua sofferenza testimoniale, congiunta alla sua invincibile fedeltà alla sua missione. Giovanni ha provato a fuggire, ma non dal suo compito di testimone, bensì dall’ora che anche per lui veniva, quella di glorificare Dio con il suo sangue: e ci ha provato unicamente salendo e scendendo – dunque spostandosi – in modo dinamico lungo il fiume che segnava la sua “abitazione” battesimale. Un dinamismo che a suo modo si oppone ad una certa “staticità” del personaggio, piuttosto monotono nella sua descrizione evangelica, sia da un punto di vista antropologico che teologico. Alcuni lo definiscono un “personaggio piatto”, di contro ad altri personaggi detti “a tutto tondo”: tuttavia questa triste e coraggiosa dinamica del Battista, su e giù dal fiume, ne contrasta forse questa dimensione “monotona”, dando l’idea di un dinamismo cinetico anche nel grande precursore del Messia.
Amen
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