“Sono un soffio i figli di Adamo, una menzogna tutti gli uomini, insieme, sulla bilancia, sono meno di un soffio” (Sal 62,10)

Why Was Jesus Rejected in His Hometown of Nazareth? – Seek the Lord Jesus

“Sono un soffio i figli di Adamo, una menzogna tutti gli uomini, insieme, sulla bilancia, sono meno di un soffio” (Sal 62,10)

Il Salmo 62 – se lo meditiamo intensamente – ha dei rimandi (che in realtà sono rimandi “al futuro”, quindi prefigurazioni rispetto alla data di composizione del Salmo) i quali non possono non veicolare la mente del lettore, in molti momenti testuali, alla figura di Gesù Cristo.

“Solo in Dio riposa l’anima mia”, dice all’inizio il Salmista. Espressione che sembra il manifesto messianico stesso di Gesù venuto nella carne. “Da lui la mia salvezza”: e da chi altro, pensiamo noi, secondo la sua umanità? Non a caso, subito dopo, ancora dice il Salmista: “Fino a quando vi scaglierete contro un uomo, per abbatterlo tutti insieme, come muro cadente, come recinto che crolla?” (v. 4). Questa è esattamente l’esperienza vissuta da Cristo nella storia, e non solo al momento della sua passione (pensiamo alla cacciata da Nazaret o alle molte insidie e tentativi di assalto contro di lui nelle varie predicazioni al Tempio).

L’esperienza dell’odio delle masse è intimamente cristologica: “Tramano solo di precipitarlo dall’alto”, dice il v. 5 (qui vengono in mente ancora i concittadini di Nazaret, ma anche quel “satana” che ponendolo sul Pinnacolo lo tenta – con tutti i demoni – di farlo precipitare giù, evocando Dio come strumento di salvezza del suo Figlio; e ancora, più teologicamente, il tentativo umano dei nemici di Gesù di “precipitare” dall’alto della sua onniscienza Colui che è Sapienza di Dio, mediante vani ragionamenti umani).

E ancora, aggiunge il Salmista: “Si compiacciono della menzogna” (qui immediatamente si può pensare alle tante e false accuse contro la santità della predicazione di Gesù da parte dei suoi nemici).

Ma come risponde l’Uomo di Dio, il Messia? Con le stesse parole con cui è iniziato il Salmo: “Solo in Dio riposa l’anima mia, da lui solo la mia speranza” (v. 6). Gesù lo ha detto: “Il mio cibo è fare la volontà del Padre”. Questa paternità come meta e fine dell’operato di Gesù, è anche la sede unica della sua speranza.

Ed ecco il giusto giudizio sugli uomini, la loro oggettiva qualificazione assiologica: “Sono un soffio i figli di Adamo (cioè gli uomini stessi), una menzogna tutti gli uomini, insieme, sulla bilancia, sono meno di un soffio” (v. 10). Grande momento di rivelazione messianica: chi sono e che cosa possono tutti gli uomini messi insieme contro il Figlio di Dio venuto in mezzo a loro e al quale follemente si oppongono? Sono “meno di un soffio” : qui è usato lo stesso termine (nella traduzione greca dei Settanta) che il Qoelet usa per dire “Vanità delle vanità” (ossiaματαιόi”, cioè “vuoti”, “effimeri”, ecc.). Cosa possono, dunque, costoro, contro di lui? Ciò che può un peso “senza peso” posto sulla bilancia: nulla, ossia l’equivalente di una menzogna.

Ecco allora l’esortazione del Salmista dal sapore cristologico: “Alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore” (v. 11). Gesù dice il medesimo concetto sia al giovane ricco, sia quando ammonisce sull’inutilità di ammassare ricchezze, se in cambio di esse si perde la propria anima.

La parola di Dio è una sola, ed è una parola di Verità: ma il Figlio dell’Uomo la accoglie anche umanamente, oltre che rivelarla nella sua divinità nascosta dalla carne: così intendiamo il proverbio numerico che al v. 12 dice: “Una parola ha detto Dio, due ne ho udite”. “Il potere appartiene a Dio”, continua il Salmista: il medesimo concetto lo pone Gesù davanti a Pilato “Quale potere avresti…”. E dunque, a conclusione, la lode a Dio: “Tua è la grazia; secondo le sue opere tu ripaghi ogni uomo” (v. 13). Questa conclusione – che si inserisce figurativamente nel senso pratico della fede insegnata da Gesù – esalta l’agire di Dio, che nella redenzione “opera” la salvezza dell’uomo, al quale domanda di credere nel suo Figlio, salvandosi per mezzo di questa fede,: un “credere” inteso come l’opera da compiere secondo la volontà di Dio stesso (cf. Gv 6,29).

Amen

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