L’utilità di un’immagine sacra dove si vive e, se possibile, dove si lavora

L’utilità di un’immagine sacra dove si vive e, se possibile, dove si lavora

Potrebbe essere un'immagine raffigurante testo

Non dobbiamo spaventarci quando leggiamo nell’Antico Testamento, nel cuore della Legge, la proibizione di raffigurarsi immagini che rappresentino il volto di Dio, l’Ignoto all’esperienza umana, il Mistero che l’umana raffigurazione non ha il potere di rappresentarsi. Era giusto, infatti, che per tutto il tempo che ha preceduto la venuta di Cristo, ciò fosse dato come norma. L’uomo non può immaginarsi Dio e pretendere arbitrariamente di dargli un volto, da usare poi in modo latreutico. Con Gesù Cristo, tuttavia, le cose cambiano. Dio stesso in lui ci svela il suo volto, in forma umana, secondo l’umanità che Egli stesso ha voluto assumere per salvarci. Dall’incarnazione di Gesù Cristo, il Padre assume una visibilità mediante il Figlio, e una visibilità salvifica. Non c’è più bisogno di coprirsi il volto, dinanzi a Colui che per volontà sua svela quel volto. E dunque la raffigurazione del Figlio di Dio, Gesù Cristo – che è immagine del Padre – diviene non solo “possibile”, nel senso di legittima, ma necessaria, secondo quelle che sono le testimonianze storiche e magisteriali del volto di Cristo. Nell’attesa di giungere alla meta del Cielo, infatti, mediante queste raffigurazioni possiamo in parte colmare la sete che il nostro spirito ha di Dio, il nostro bisogno sensibile di avere non soltanto la Parola trascendente, né solo l’Eucaristia sacramentale, ma un volto sensibile (che poi è la traduzione letterale del termine “persona”), con il quale interloquire visivamente, con cui contemplare noi stessi nel suo volto, con cui sentirci amati e protetti. Non importa che quello raffigurato non sia – e come può esserlo? – l’esatto volto del Gesù storico: ivi è un “segno”, cioè un rimando sensibile alla Realtà a cui quel volto rimanda, cioè il Cristo stesso, il Dio-uomo, e in questo rimando lo spirito umano, essendo condizionato dai sensi, riceve forza, potenza di elevazione e virtù. Non a caso – tutti lo sappiamo – il demonio detesta ogni immagine di Cristo, perché ne conosce il valore persuasivo e attrattivo per l’anima umana. Un discorso simile – con le dovute differenziazioni – vale per le immagini della Madonna e dei santi. Non esitiamo, quindi, a confrontare noi stessi con delle immagini sacre, affinché il nostro pensiero giunga all’immagine che esse raffigurano e il nostro spirito, con la preghiera interiore, sia coadiuvato nella sua ascesa alle realtà celesti. Amen.

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Pubblicato da lacasadimiriam

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