Il valore dei propri atti come rivelazione della persona – Dal libro “Persona e atto” – di Karol Wojtyla:

La reliquia di Papa Wojtyla al Bambino Gesù di Roma - Cronaca, Roma

“Il valore personalistico dell’atto umano, cioè il valore personale, è l’espressione particolare e forse la più essenziale del valore della persona stessa. […] Sebbene “operari sequitur esse” e quindi la persona e il suo valore precedano il valore dell’atto e siano fondamentali nei suoi confronti, tuttavia, al tempo stesso, la persona si manifesta attraverso gli atti […] Pertanto, il valore personalistico dell’atto, intimamente legato al suo compimento da parte della persona, costituisce la fonte e il fondamento particolare della conoscenza del valore della persona, come pure dei valori che sono insiti nella persona secondo la loro gerarchia. […] Il valore personalistico dell’atto (quello cioè che consiste nel solo ‘compimento’ di esso, ndr.), precede e condiziona ogni valore etico.

È evidente che questo o quel valore morale, il bene o il male, presuppone il compimento stesso dell’atto, anzi, il compimento ‘con pieno valore’. Se l’atto non è stato realmente compiuto, se mostra delle deficienze riguardo ad una autentica autodeterminazione nei suoi vari aspetti, allora anche il valore morale perde in esso, almeno fino ad un certo punto, il suo fondamento. Ne deriva che per esprimere qualsiasi giudizio sui valori morali e per attribuire all’uomo meriti o colpe dobbiamo prima stabilire l’operatività, l’autodeterminazione e la responsabilità, in altre parole dobbiamo prima stabilire se un dato uomo-persona realmente ‘abbia compiuto l’atto’. A ciò appunto si riferiscono nelle elaborazioni tradizionali di questo problema tutte le indagini e le distinzioni sul tema del volontarium.

[…] Non consideriamo il compimento dell’atto da parte della persona come un significato soltanto ontologico. Ad esso attribuiamo anche un significato assiologico; il compimento della persona costituisce in se stesso un valore. Si tratta appunto del valore personalistico, poiché la persona, compiendo l’atto, si realizza in esso. […] Il valore personalistico consiste nel fatto che la persona attualizza nell’atto se stessa, esprimendo così la struttura sua propria dell’autopossesso e dell’autodominio. Il valore etico affonda le sue radici nel terreno di quell’attualizzazione che qui definiamo compimento dell’atto. Il valore etico si sviluppa sul fondamento del valore personalistico e lo permea, tuttavia non si identifica con esso […]”

[K. Wojtyla, Persona e atto (1969), tr. it. a cura di G. Reale e T. Styczeń, Bompiani, Milano 2001, qui pp. 621-625]

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