“Fermarsi e pregare come atto di signoria sul tempo” – Meditazione serale alla Casa di Miriam del 10 settembre 2023:

“Fermarsi e pregare come atto di signoria sul tempo” –

Meditazione serale alla Casa di Miriam del 10 settembre 2023:

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Non possiamo quotidianamente essere schiavi del tempo, o costantemente nasconderci nella convinzione che si possa pregare anche facendo dell’altro. La straordinarietà dell’evento, non può abolire la sua necessaria ordinarietà. Se è vero che si può pregare anche facendo la spesa o sull’autobus o in chissà quale altro contesto, è vero anche che Gesù – che è il termine di relazione della nostra preghiera – non è sempre presente allo stesso modo nella nostra coscienza, indipendentemente dai contesti nei quali ci troviamo. Il tempo siamo noi – dobbiamo esserlo – ad assoggettarlo, e non viceversa: ciò significa e consegue insieme l’assoggettamento della volontà, che viene orientata a Gesù, a lui consegnata, nella decisione (e talvolta nell’imposizione) di un tempo di preghiera non condizionato da mediazioni esterne. Il colloquio “specifico” con Gesù – per il tempo che lo Spirito ci suggerisce – feconda maggiormente in noi quanto più ci liberiamo di elementi esterni che ne condizionino l’autenticità, divenendo egemoni in noi e sottomettendo lo stesso Gesù a necessità del tutto contingenti e umane. Non sempre siamo costretti a pregare “facendo altro”, talvolta ciò diviene un alibi spirituale dovuto alla mancanza di volontà e all’assenza, in noi, di un profondo desiderio di Gesù. Quando è vivo quest’ultimo, non vi è cosa della terra che attragga di più che Gesù stesso: e questo non solo per ottenere qualcosa di utile, pregando. La lode, il rendimento di grazie, la memoria di ciò che Gesù costantemente fa per noi, non chiedono niente per noi stessi, né di materiale, né di spirituale. Soltanto si chiede di stare con Gesù, di contemplarlo nella sua verità e nel suo amore, senza che qualcos’altro ci separi da lui. Ciò significa avere tutto, sia a livello intellettuale (poiché si è intesa la Verità nella sua dinamica relazionale), sia a livello spirituale (poiché lo spirito riposa nel suo Dio), sia anche corporale, poiché tutto ciò è santificazione e dunque anche purificazione da tutto ciò che di impuro lega e umilia il corpo alle bassezze di questo mondo. Nella preghiera mai Gesù viene subordinato a qualcosa: il resto può attendere, talvolta anche scomparire totalmente dalla nostra vita, senza mai più tornare. Ciò che conta, infatti, lo possediamo dinanzi a noi, nel tu per Tu spirituale con Gesù, da cui soltanto noi stessi possiamo allontanarci, persi nelle finzioni del mondo. Il confronto spirituale con Gesù, nella preghiera, deve quindi essere un “luogo” specifico nel quale posizionarci, quotidianamente, in questo nostro passeggero essere nel mondo. Ivi la verità ci eleva da noi stessi, ci fa apparire inutili tante cose alle quali prima ci sembrava impossibile rinunciare. L’illuminazione interiore ci cambia – e talvolta totalmente – e ci ricorda che esistiamo unicamente per un atto d’amore di Dio, che ci convoca a sé, alla sua comunione con la preghiera personale, elevandoci verso i beni infiniti del Cielo. Non lasciamo, dunque, che nemmeno un giorno sia da noi speso senza questa salvifica intimità con Dio che la preghiera ci dona. Non sappiamo, infatti, sino a quando questa mediazione spirituale ci sarà consegnata. Amen.

Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam
Piazza del Monastero, 3 – Torino
Tel. 3405892741
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Pubblicato da lacasadimiriam

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