Maria Valtorta – Nasce il Ciprel

Nasce a Torino il Ciprel (Centro Internazionale di Preghiera Laicale), ispirato all’insegnamento e alla testimonianza di Maria Valtorta – Vi spiego che cos’è e perché è stato istituito ***

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L’amore è probabilmente la realtà più predicata al mondo, in moltissimi modi diversi, e forse, proprio per questo motivo, è anche quella meno autenticamente vissuta, se rapportata a quanto di essa si parli. L’amore cristianamente inteso, tuttavia, non ha diritto ad alcun camuffamento ermeneutico e a nessuna privata parafrasi, poiché l’amore stesso rivendica una sua oggettività, esterna al soggettivismo umano (e al suo fondamentale egoismo), che lo delinea come un “in sé perfetto e sussistente”, inalterabile, eterno: Dio stesso è questo amore. E come tale, avendo un volto personale (e ricordiamo, giocando un po’ con le parole, che “persona” significa letteralmente “volto, viso”, e non la maschera che quel volto copre e camuffa), ebbene, questo amore ci chiede evangelicamente di essere imitato, trasmesso, comunicato, sino a divenire esso stesso, anche per noi, la caratteristica personale predominante. Nei Vangeli ciò è detto ampiamente e testimoniato in modo perfetto da Gesù Cristo, che oltre che averlo predicato verbalmente, ne ha dato un riferimento nella sua stessa esistenza, “amando i suoi sino alla fine” (cf. Gv 13,1). I “suoi”, siamo tutti noi, a cui continuamente l’amore di Gesù viene dato. Maria Valtorta, tuttavia (ed è meglio dire: Gesù, attraverso di lei), ha risvegliato in moltitudini di cuori il flusso vitale dell’amore che Cristo ci ha comandato di vivere come suoi imitatori, un amore che i tanti secoli trascorsi dal suo insegnamento storico (circa duemila anni già al tempo della Valtorta) hanno reso “gelido”, “individualista”, “relativo” e, in alcuni casi, del tutto assente a livello di reciprocità e di comunione. Cosa accadeva nel mondo mentre la Valtorta scriveva il suo insegnamento, tutti lo sappiamo. Tuttavia ciò che venne dopo non si è risolto in una “riscoperta messianica” dell’amore, ma anzi, ha sancito un ulteriore svilimento dell’amore stesso, non più inteso nel suo fondamento ontologico “spirituale”, bensì spesso vulnerato da coinvolgimenti carnali, da stravolgimenti ideali, affettivi, economici, per lo più di indole individualistica. E comunque il riferimento a Cristo come Dio incarnato, morto e risorto per amore è venuto scemando negli anni, e la stessa opera di Maria Valtorta è stata sin troppo malmenata dall’intellettualismo anti-agapico, dal razionalismo individualista, e dalla stessa pastorale cristiana, sino al drammatico esito – ma solo temporaneo – del suo non riconoscimento come iniziativa divina o, come viene chiamata nell’opera, di una “terza moltiplicazione dei pani” finalizzata alla riscoperta non idealista, ma concreta, dell’amore cristiano.

A me personalmente la Valtorta ha dato delle delucidazioni decisive sulla natura dell’amore che tanti studi teologici non mi hanno egualmente comunicato. Penso ad esempio al discorso della Montagna, come Matteo lo riporta. La Valtorta ce ne dà una parafrasi capillare, sviscerandone alcuni aspetti che i secoli di esegesi e di teologia hanno in certi casi oscurato, più che non illuminato. “A chi ti percuote sulla guancia destra, tu porgi anche l’altra”, dice ad esempio Gesù. Perché? Per amore. Per chi? Per Dio, per colui che ti percuote, per te stesso, ma anche per un immaginario “terzo”, che potrebbe essere colpito al posto tuo dall’ira di quel tale, che vedendo la tua mansuetudine potrebbe essere mutato a motivo del tuo amore e dalla tua capacità di sopportazione. “A chi ti chiede la tunica, tu dona anche il mantello”: l’amore è quell’atto che, se uno è nel bisogno e giunge a un gesto di violenza per ottenere ciò che vuole in quel momento, ebbene, conduce a dare, affinché con l’amore possa essere placata l’irruenza di quel gesto e impedito un furto a un altro. “Da’ a chiunque ti chiede”: non guardare ciò che dai (misurandolo, come Anania e Saffira degli Atti degli Apostoli), né a chi dai: sarà Dio a giudicare un eventuale inganno, ma il tuo buon cuore può “colpire” la sensibilità di chi ti vede, e convertire un’anima.

Così in sintesi Maria Valtorta. Così il Vangelo che ella commenta. Così vuole essere il Ciprel. Come giungere, tuttavia, a un tale “senso dell’amore” verso il prossimo? Amando Dio. Amando l’Amore stesso. Imitando chi fa piovere sui giusti e sugli ingiusti senza pregiudizio. E come amare l’Amore? Con la preghiera.

Qui il Ciprel ha il suo principio identificativo. Organizza infatti incontri mensili in Chiesa e in altri appuntamenti presso gli ambienti della Casa di Miriam affinché, mediante la preghiera comune (e talvolta a piccoli gruppi) si possa ricevere l’illuminazione della coscienza relativamente alla necessità della “continuità” del rapporto con Dio. Ogni momento siate presenti a Dio, ci insegna la Valtorta, poiché lui è costantemente presso di voi. Così il Ciprel si impegna – e convoca soprattutto le sensibilità giovanili a questa scoperta – nell’istituzione di un senso di “continuità” di relazione, in qualsiasi contesto della giornata, dello spirito umano con Dio. Gli incontri mensili – che avvengono una volta al mese nella Chiesa di san Benedetto a Torino – fungono da momenti di luce, la quale deve poi permanere nel soggetto anche trascorsa l’ora di preghiera insieme. Se illuminato dalla grazia rispetto al senso della comunione continua con Dio, allora il soggetto è facilitato anche all’acquisizione (che è pure una illuminazione divina) della necessità della continuità nella carità. Le opere di misericordia – che pure il Ciprel intende organizzare – divengono così uno “status soggettivo” di colui che ha capito, poiché “illuminato dalla grazia”, chi sia Dio, chi sia l’Amore, chi sia Gesù Cristo e come si espliciti, a livello pratico, l’essere cristiano. I giovani hanno – io penso – un potenziale immenso in questa direzione. I testi di Maria Valtorta, editi dal CEV, sono messi a disposizione da noi stessi, in piccoli ritagli testuali, meditati insieme dopo la recita comune del santo rosario. La Valtorta è la vera ideatrice del Ciprel. Gesù Cristo è la vera luce su tutto ciò. Ci proviamo, con fede. Invitiamo tutti, poiché la partecipazione è libera.

1° Incontro: Domenica 18 febbraio, ore 16,  Chiesa di san Benedetto, Torino.

Francesco G. Silletta

Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam
Piazza del Monastero 3 – 10146 – Torino
Tel. 3405892741
www.lacasadimiriam.altervista.org

 

 

 

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