“Non uscire mai dal seno amoroso dell’Amore” – dice l’angelo Azaria alla sua custodita, Maria Valtorta
(cf. Azaria, 9 giugno 1946)
Questa esortazione è fondamentale affinché l’Angelo esemplifichi, mediante l’esempio di un nascituro nel senso di sua madre, come questi esca per natura da lei, mentre l’anima non deve uscire in alcun modo dall’intimità con Dio. L’orazione, dice l’Angelo, è uniformare i propri palpiti d’amore di creatura ai palpiti d’amore di Dio, come avviene in natura quando il nascituro è ancora nel grembo materno, essendo uno il sangue che scorre nelle vene. Se vi è questa intimità “sincronica” con Dio, si abita nel suo Amore e non è possibile alcuna separazione da lui. In tal senso, dice ancora Azaria, molte preghiere si dicono solo con le labbra, ma tendono verso il basso, poiché non mirano a Dio, ma a mostrarsi agli uomini. “Sono grandi in orgoglio”, dice Azaria, “ma non lo sono in ubbidienza”. Poiché ubbidienza è agire in modo giusto, dinanzi a Dio, e giusto “non” è quando le orazioni “scendono” davanti agli uomini, anziché “salire” a Dio.
Amen
Disponibile il testo “La fede languente. Teologia della fede alla luce degli scritti di Maria Valtorta” – Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam – Tel. 3405892741 –