“Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37)
οὐκ ἀδυνατήσει παρὰ τοῦ θεοῦ πᾶν ῥῆμα
Questa rivelazione dell’onnipotenza divina, viene posta in questi termini così diretti ed espliciti dall’Angelo Gabriele durante la sua annunciazione a Maria. Il verbo greco è “ἀδυνατέω” ( adunateó), che significa “essere incapace, essere impossibile”. Nei Vangeli è usato solo qui, preceduto dalla negazione “non”, come a dire “tutto è possibile” (a Dio). E tuttavia non è un verbo che si riferisce o si applica soltanto a Dio, ma anche agli uomini, come in Matteo 17,20, dove lo stesso verbo è usato per dire che se avessimo tanta fede quanta un granellino di senape, nulla sarebbe impossibile per noi.
Nel caso dell’Annunciazione, tuttavia, vi è una singolarità maggiore, poiché esso si riferisce alla potenza divina del concepimento verginale di Gesù, ma anche della nascita del Battista da una madre sterile: “nulla è impossibile” a Dio, quindi, si riferisce in modo particolare, in Luca, ad una prerogativa esclusiva di Dio nel poter far sorgere l’esistenza contro ogni legge umana e al di là dell’umana possibilità.
Dopo questa rivelazione dell’onnipotenza divina, Maria proferisce il suo “fiat”. E tuttavia quest’ultimo non è condizionato dalla rivelazione angelica, ma nasce dal suo cuore e dalla sua intima fede in Dio. Infatti ciò che l’Angelo rivela a Maria è già vivente nel suo cuore, anche se non ancora pervaso dalla luce intellettuale comunicata dalla testimonianza angelica.
Amen
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