“Egli infatti sapeva quello che c’è in ogni uomo” (Gv 2,25)

αὐτὸς γὰρ ἐγίνωσκεν τί ἦν ἐν τῷ ἀνθρώπῳ.


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“Egli infatti sapeva quello che c’è in ogni uomo” (Gv 2,25)

αὐτὸς γὰρ ἐγίνωσκεν τί ἦν ἐν τῷ ἀνθρώπῳ.

 

Su questa consapevolezza, la nostra fede non si spaventa di nulla, né delle malizie, né delle calunnie, né delle falsità, delle trame umane, dell’invidia e di tutte le forme di inganno che esistono nel cuore umano e anche dentro di noi. Siamo “veduti” integralmente nell’essenza stessa della nostra persona. Si possono ingannare gli uomini, non Gesù. Questo vale tanto più nei luoghi santi e in modo specialissimo nelle Chiese. Mostrarsi come anime sante, zelanti, pie e devote, o chissà quali dotti maestri. E nel cuore? Inganno, malizia, gelosia, impurità e tante cose negative. Non è mai, in tal senso, il consenso umano che dobbiamo cercare quando ci decidiamo per Gesù, ma unicamente il suo, che è l’opposto di quello del mondo. E il suo consenso sappiamo di possederlo, in noi, quanto più l’umiltà è il pavimento nel quale esistiamo, la carità il soffitto, la fede la casa. Non gli applausi umani, mai l’orecchio teso ad ascoltare i pettegolezzi della gente, lontano da noi l’impurità nel pensiero e negli atti e la porta sempre aperta a chi bussa per domandare aiuto e consolazione. Lì il Vangelo fruttifica e si espande e la sua luce domina la nostra coscienza, donandoci un intelletto capace di leggere ogni situazione alla luce di Cristo. Cristo, infatti, “non aveva bisogno che qualcuno gli desse testimonianza su qualcun altro” (Gv 2,25): chi vive unito a Cristo nell’integrità dello spirito delle beatitudini, a sua volta, possiede il medesimo dono di conoscenza, per la stessa grazia di Cristo. Chi invece vive lontano da lui, chiuso in se stesso, ha bisogno di continue testimonianze, di informazioni su chiunque, per ributtarle poi fuori, a sua volta, nella piazza del pettegolezzo e della diffamazione, o eventualmente della propria autosoddisfazione. L’egoismo brucia come fuoco l’animo di chi è lontano dalle beatitudini insegnate da Gesù: l’odio lo domina, con tutti i vizi che da esso si generano a catena e che difficilmente si possono estirpare integralmente.

Lasciamo tutte queste cose a chi vive nell’oscurità, inseguendo le luci finte di questo mondo, con i suoi inganni e le sue seduzioni. Gesù conosce ogni cosa e ogni pensiero umano. Uniamoci a Gesù in questa sua conoscenza, lasciandoci guidare, ispirare e consolare unicamente da lui, anche quando ci viene posta una croce da portare. Per quanto doloroso, infatti, il percorso con la croce addosso è comunque un attimo di tempo, se misurato con l’eternità di gioia che Gesù ci riserva. E dunque possiamo con lui portare per il tempo che lui stesso ci chiede qualsiasi croce, nella speranza – che cristianamente è una certezza – della vita eterna “oltre” l’attimo della croce. Amen

 

Edizioni e Libreria Cattolica La Casa di Miriam

Piazza del Monastero 3 – 10146 – Torino

 

Pubblicato da lacasadimiriam

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