Nostra speranza e nostra fede è la risurrezione dei morti – di Sant’Agostino ***
“[…] vi ha fatto inorridire quello che dicono coloro che ritengono che l’unica nostra vita sia quella che condividiamo con gli animali, mentre tutto quello che è proprio dell’uomo avrebbe fine e non vi sarebbe speranza di un’altra vita migliore. Dicono: Mangiamo e beviamo perché domani moriremo (cf. 1Cor 15,32), cercando di sedurre le orecchie di ascoltatori corrotti. […]
Nostra speranza e nostra fede è la risurrezione dei morti. […] Non dobbiamo quindi lasciarci prendere dall’amore delle cose temporali e visibili, quasi sperassimo di godere, quando risorgeremo, di piaceri e diletti sensibili simili a quelli che invece ora giova disprezzare proprio per vivere meglio e essere migliori. Se togliamo la fede nella risurrezione dei morti, crolla tutta la dottrina cristiana.
[…] Chi dunque nega la risurrezione dei morti non è cristiano; chi poi crede che i risorti da morte vivranno la vita del corpo in forma carnale, è cristiano carnale. Quindi controbattere l’opinione di chi nega la risurrezione è un discorso da fare con chi è fuori dalla nostra fede, […] perciò ritengo sarebbe superfluo che io indugiassi a dimostrare che i morti risorgono: il peso dell’autorità deve condurre il cristiano, che ha aderito con fede al Cristo e non teme che l’Apostolo dica menzogne. Basterà che ascolti: Se i morti non risorgono, è vana la nostra predicazione e vana la vostra fede (cf. 1Cor 14,14) […] Quindi potrebbe essere superfluo fermarsi su questa dimostrazione e si potrebbe passare all’altro aspetto di cui i cristiani discutono tra loro: quali saremo una volta risorti, come vivremo, di che cosa ci occuperemo, se avremo delle occupazioni;
[…] mi preoccupano quei nostri fratelli che sono troppo carnali e quasi pagani. […]
L’Apostolo dice: Temo che come il serpente nella sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro purezza nei confronti di Cristo (cf. 2Cor 11,3). Chi ama e ricerca queste cose, e pensa che questa nostra sia la sola vita, chi non ha alcuna speranza al di là di essa, e non prega Dio o lo prega solo per queste cose terrene, chi avverte come gravosa ogni esortazione all’impegno, lo invito a prestare ascolto a questo che io dico con grande amarezza. Costoro vogliono mangiare e bere perché domani moriranno. Ma vorrei considerassero davvero che domani moriranno: non so chi potrebbe essere così insensato e perverso, così nemico della sua stessa anima da non pensare che domani con la sua morte saranno finite tutte le cose di cui si dà pensiero. E` scritto: In quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni (Sal 145,4). Gli uomini, quando si avvicinano alla morte, si danno pensiero di fare testamento per quelli che lasciano qui; ma dovrebbero a maggior ragione darsi pensiero della loro anima. L’uomo pensa solo a coloro che abbandona, e non a se stesso che lascia tutte le cose terrene. Ma ecco i tuoi figli avranno i beni che tu lasci, tu invece resterai senza nulla, e ti logori dandoti pensiero solo del cammino terreno che essi devono continuare dopo di te, non della meta a cui devono giungere. Almeno dunque si pensasse davvero alla morte! Vi si pensa invece quando si vede qualcuno condotto alla sepoltura, e si fanno esclamazioni di questo genere: Poveretto, era così valido, ieri andava in giro; ovvero: Lo vidi una settimana fa e mi disse così e così: l’uomo è proprio un nulla. Ma queste sono parole che si dicono mentre il morto viene compianto, quando si prepara e si segue il suo funerale e lo si seppellisce; una volta sepolto il morto, sono sepolti anche tali pensieri. Ritornano le preoccupazioni che ci sono funeste, e l’erede dimentica colui che ha appena accompagnato alla sepoltura per darsi pensiero della successione, lui che a sua volta morirà.
[…] Costoro irridono anche la fede di chi asserisce la risurrezione dei morti facendo dentro di sé discorsi di questo genere: Ecco, ora che costui è sepolto, voglio provare se fa sentire la sua voce; o se non si può sentire la sua, tenterò di sentire quella di mio padre, di mio nonno, di mio bisnonno. Ma proprio nessuno mai è risuscitato dalla tomba, nessuno ci ha mai raccontato che cosa si fa nell’aldilà: godiamocela finché siamo in vita; e quando saremo morti, se i nostri, genitori o parenti o amici, porteranno omaggi alla nostra tomba, questo potrà far piacere a loro, non riguarderà noi morti! […] Si tratta di una consuetudine propria dei pagani, che non appartiene alla tradizione conforme a verità, dei Patriarchi nostri padri; […]
A costoro dovete rispondere voi cristiani, se siete cristiani, a meno che, volendo voi stessi bere fino all’ebbrezza quando siete tra la gente, vi rincresca di rispondere a coloro che tentano di corrompervi. Avete certo la risposta da dare; ma voi fluttuate tra le brame di piacere e preferite esserne inghiottiti e venir sepolti vivi.
[…] O cristiano, sulla tua nave dorme Cristo, ridestalo, e lui comanderà alle tempeste di placarsi […]
Ricorda dunque la tua fede, ridesta il Cristo: la tua stessa fede comanderà ai flutti da cui sei sbattuto e ai venti che soffiano su di te coloro che ti vogliono indurre al male: costoro subito si allontaneranno e subito tornerà la calma; […]
Digli che suo padre, se risorgesse e parlasse, dovrebbe poi ancora morire, mentre il Cristo risorto ha tale potere sulla morte che non muore più: la morte non avrà più potere su di lui (Cf. Rm 6,9). […]
Egli si mostrò ai discepoli e ai fedeli e poiché non bastava ad alcuni vederlo tale quale lo ricordavano, se non toccavano anche quello che vedevano, fece palpare il suo corpo nella sua consistenza. E così la fede fu confermata anche agli occhi oltre che ai cuori. Dopo essersi mostrato in questo modo, egli salì al cielo e mandò lo Spirito Santo ai suoi discepoli, e quindi fu predicato il Vangelo. Il mondo intero può attestare – così continuerai il tuo discorso – la verità di questo che diciamo: molte promesse si avverarono, molte attese ebbero compimento, e tutto il mondo vive ormai nella fede cristiana. Neppure coloro che ancora non credono nel Cristo, osano negare la sua risurrezione: la testimonianza di essa fu data in cielo e sulla terra, fu data dagli angeli e dagli inferi. […]”
*** Sant’Agstino, Discorso 361
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