“Verità dei greci, verità positiva, verità cristiana”

“Verità dei greci, verità positiva, verità cristiana” – Il concetto di verità secondo I. de la Potterie – Studi alla Casa di Miriam – In sede dispense a disposizione:
 
 
“Lo spirito scientifico e la mentalità tecnologica del nostro tempo hanno avuto come conseguenza che si è fortemente tentato di mettere una stretta relazione tra verità e verificazione: è vero solo ciò che si può verificare; gli unici criteri della verità sono quelli delle scienze positive. Secondo il filosofo tedesco W. Kamlah, la nozione moderna di verità si identificherebbe con il concetto di verità scientifica. […]
Di fronte a queste correnti, che sono in parte delle deviazioni, ricordiamo brevemente quale sia la concezione classica della verità, venuta dalla Grecia antica. Per i Greci la verità è fondamentalmente qualcosa di oggettivo: la verità è la realtà stessa di una cosa, in quanto è conosciuta, in quanto si svela allo spirito; è quindi l’essere in quanto è manifestazione, rivelazione, apertura, luce per lo spirito. Si può anche parlare della verità dello spirito, quando lo spirito si apre alla verità delle cose. La verità in questo caso consiste nella corrispondenza dello spirito con la realtà. Questa è la concezione più diffusa, più comune della verità. Conoscere la verità, quindi, significa conoscere le cose come sono realmente.
La concezione greca era caratterizzata dal rispetto dell’oggettività, mentre l’esistenzialismo moderno mette la verità nel soggetto, nell’esperienza personale dell’uomo, nell’autenticità del suo comportamento, nella sua forza creatrice.
La verità cristiana non è però identica alla verità dei Greci […]”
(Dal libro di I. de la Potterie, Gesù-Verità. Studi di cristologia Giovannea, Marietti, Torino 1973, pp. 12-14)
 
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