Dal manifesto personalista di E. Mounier
“[…] il personalismo aggiunge una affermazione di valori, un atto di fede: l’affermazione del valore assoluto della persona umana. Non diciamo che la persona dell’uomo sia l’Assoluto (quantunque per un credente l’Assoluto sia Persona e a rigor di termini non vi sia qualcosa di spirituale che non sia personale). Noi insistiamo anche che ci si guardi dal confondere l’assoluto della persona umana con l’assoluto dell’individuo biologico o giuridico (noi vedremo subito la differenza infinita tra l’uno e l’altro). Vogliamo dire che, come noi la indichiamo, la persona è un assoluto riguardo ad ogni realtà materiale o sociale, e ad ogni altra persona umana. Essa non potrà mai essere considerata come una parte di un tutto: famiglia, classe, stato, nazione o umanità. Nessun’altra persona, e a più forte ragione nessuna collettività, nessun organismo può legittimamente usarla come un mezzo. Dio stesso, secondo la dottrina cristiana, rispetta la sua libertà vivificandola dall’interno: tutto il mistero teologico della libertà e del peccato originale ha fondamento in questa dignità conferita alla libera scelta della persona. Questa affermazione di valore può essere per certuni l’effetto di una decisione che non è più irrazionale né meno ricca di esperienza nei confronti di ogni altro postulato del valore. Per il cristiano essa si fonda sulla credenza di fede che l’uomo è fatto ad immagine di Dio fin nella sua costituzione naturale, e che è chiamata a perfezionare questa immagine in una partecipazione sempre più stretta alla libertà dei figli di Dio […]”
(E. Mounier, Manifesto al servizio delpersonalismo comunitario, qui tr. it. a cura di Ecumenica Editrice, Bari 1975, p. 65).