Chi era questo “Asaf”, il cui nome spesso troviamo all’inizio di alcuni Salmi?
Il Salmo della liturgia di oggi – come diversi altri Salmi del Salterio – al versetto 1 ha la specificazione “di Asaf”, che cioè indica la paternità letteraria di quel Salmo. Chi era, tuttavia, questo Asaf?
Per comprenderlo, dobbiamo fare un passo indietro nel tempo (un bel passo, essendo più o meno tre millenni fa), quando cioè il re Davide istituisce la figura (a suo modo liturgica) dei cantori davanti alla Dimora della tenda del convegno, come viene narrato nel 1° Libro delle Cronache al capitolo 6 (v. 16 secondo Bibbia di Gerusalemme)
Va detto che l’autore di questo Libro delle Cronache ha un’attenzione particolare per tutte le categorie di persone – e non solo per quelle principali – che svolgono qualsiasi tipo di “ufficio”, prima nella Dimora e poi nel Tempio stesso. Ora, fra queste categorie di “officianti”, vi è appunto quella dei “cantori” e, fra di essi, il nostro Asaf, levita, figlio di Berechia (6,24). Più avanti, nel medesimo Libro, si dice che i 3 cantori (Asaf, Etan ed Eman) avevano “dei cembali di bronzo per suonare, con un suono squillante” (cf. 1Cr 15,19). Ad Asaf viene poi dato l’incarico dal re di cantare le lodi del Signore e di prestare servizio davanti all’Arca del Signore (cf. 16,7.37). Di Asaf, che via via nel testo acquisisce un ruolo di importanza maggiore nella sua funzione di cantore e suonatore di cembali, vengono poi nominati anche i figli, i quali, eseguivano la musica sacra sotto la sua direzione (cf. 25,2). I Salteri e gli inni erano parte integrante di questo ufficio di cantori svolto in modo così orchestrato, con cembali e cetre. Ad Asaf vengono inoltre attribuite – dal secondo Libro delle Cronache – delle capacità di veggenza. Egli sembra essere l’autore di almeno 12 dei Salmi che costituiscono il nostro attuale Salterio.
Amen
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