A quanti dicono “parlate sempre del diavolo”

A quanti dicono “parlate sempre del diavolo”
 
 
Partendo dal presupposto che, in un contesto di comunicazione generale, dove umanamente una persona recepisce solo una parte del messaggio esposto – soprattutto quando quest’ultimo è prolungato ed impegnativo – nonché, di questa parte, per natura tende a cogliere solo quanto rimane maggiormente impresso alla propria coscienza, per ragioni variegate (non è abituata a sentire un certo argomento, alcuni particolari suscitano in essa una immaginazione-reazione intellettiva particolare, ecc.), e dunque di tanti argomenti che si possono esporre, talvolta, dall’altra parte, ossia dalla parte del destinatario del messaggio, viene recepito unicamente e sempre il medesimo aspetto, quasi che esso fosse l’unico oggetto di comunicazione interpellato dall’emittente della comunicazione, ebbene, possiamo rispondere a quanti dicono che “parliamo sempre del diavolo” ricordando, per mantenere qui un linguaggio semplice, quanta continuità, verso Dio, abbia il discorso del diavolo stesso nei nostri riguardi. Ossia: continuamente – da qui la sua natura di “accusatore”, Satana punta il dito contro di noi rispetto a Dio, anche quando crediamo di non aver fatto niente di male e ci sembra assurdo che possiamo venir accusati di qualcosa. La Bibbia può attestare questo ordine di fenomeno, ma anche l’esperienza di una esistenza spirituale attenta e profonda alla luce della tradizione dei santi:
– Si è alzato questa mattina, nemmeno un segno di croce
– Ha trascurato intenzionalmente di recitare le lodi del mattino o quantomeno di offrirti la giornata che inizia
– Si è perso in pensieri di rabbia verso un collega
– Ha usato un linguaggio scurrile contro qualcuno
– Ha volontariamente intrapreso comunicazioni impure o direttamente fatto atti del genere
– Ha mancato di carità verso un parente, trasgredendo il valore della famiglia
– Non si è accorto di quel tale che gli chiedeva un soldo, pur avendone molti in tasca
– Ha mancato all’Eucaristia
– Si è perso in pettegolezzi e mormorazioni con quell’amico
– Ha speso male il suo denaro
– Ha bestemmiato
– Ha cercato un guadagno economico illecito
– Si è perso in futili programmi televisivi
– Ha peccato di gola
… eccetera
Potremmo continuare all’infinito, data l’infinità dell’ordine possibile delle nostre quotidiane trasgressioni rispetto alla santità che Dio ci comanda.
Tutto ciò non sfugge a Satana in nulla. Ogni servizio reso a lui – come lo è ogni trasgressione di quanto Dio ci comanda di fare – viene da lui rinfacciato, a nostro carico, dinanzi a Dio. Solo per la sua misericordia infinita, Dio stesso non tiene conto di questa accusa ma suscita in noi continui strumenti di purificazione, di illuminazione rispetto alle nostre mancanze e di perdono.
E dunque? Vale o no la pena essere resi attenti rispetto a ciò che Satana continuamente “dice” di noi, facendo in modo che ciò entri in quante più coscienze possibili “dicendo” a nostra volta di lui e del suo tentativo continuo di distruggerci?
 
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Pubblicato da lacasadimiriam

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